Roma, picchiato a sangue fuori dalla discoteca, ragazzo di 33 anni in coma. La mamma: «Chi ha visto, parli»

Roma, picchiato a sangue fuori dalla discoteca, ragazzo di 33 anni in coma. La mamma: «Chi ha visto, parli»
di Marco Pasqua
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Domenica 31 Luglio 2016, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 09:10
«Lo hanno preso a calci e pugni, rompendogli costole e mandibola. Ora mio figlio è in coma e rischia di morire». Mirella D. pesa le parole, mentre parla dell'aggressione di cui è stato vittima suo figlio, in via delle Tre Fontane, nel cuore della movida estiva dell'Eur. La sorella Elisa, in queste ore, ha condiviso su Facebook un appello, nella speranza che si facciano vivi dei testimoni. Stefano I. lotta per sopravvivere in un letto del reparto di rianimazione dell'ospedale Vannini, poco distante da dove vive con la famiglia. Trentatré anni, la passione per la musica e la nightlife, il ragazzo è stato vittima di un pestaggio sul quale stanno indagando i carabinieri. Un'aggressione che, forse, è arrivata al culmine di un diverbio, indotto anche dall'alcol. Nulla, in ogni caso, giustifica i calci e pugni che Stefano ha dovuto subire, nell'indifferenza generale. «Mio figlio era appena uscito da Fiesta, la notte del 13 luglio racconta Mirella e aveva chiesto ad un buttafuori la cortesia di chiamargli un taxi. Non ha l'auto, erano le tre di notte e non sapeva come tornare a casa». I due iniziano a discutere, per cause ancora imprecisate. Da un'auto, parcheggiata poco distante, escono all'improvviso due ragazzi che avevano assistito alla scena: uno sferra un calcio al torace di Stefano, facendolo cadere a terra. «Mio figlio è esile, è alto 1,65 racconta ancora la mamma però è riuscito a rialzarsi. Uno dei due aggressori ha finto di volerlo aiutare, ma la discussione è andata avanti. E' stato allora che l'altro gli ha dato un pugno in faccia, facendolo cadere nuovamente a terra». L'area è affollata di persone che escono dalla discoteca all'aperto ma apparentemente nessuno muove un dito. Stefano chiama un'ambulanza, che arriva e lo porta al S. Eugenio. Arrivano anche i carabinieri, che pattugliano regolarmente la zona dell'Eur.

IN OSPEDALE
«Gli hanno riscontrato cinque costole fratturate continua la madre e una mandibola rotta». Il ragazzo viene dimesso, con la prescrizione del riposo assoluto. «Ma pochi giorni dopo sono subentrati dei bruciori molto forti e lo abbiamo riportato al S. Eugenio aggiunge Mirella Qui è rimasto due giorni in osservazione ma poi è voluto uscire, perché il personale non rispettava una cura che stava seguendo». Poche sera fa il peggioramento: «Si è sentito male e abbiamo chiamato l'ambulanza, che lo ha trasportato in codice rosso in ospedale. Dopo poche ore è stato intubato e si trova ora in coma farmacologico. I medici ci hanno detto che funzionano meno di due terzi dei suoi polmoni».
Ieri mattina la madre e il padre di Stefano si sono presentati negli uffici dei carabinieri dell'Eur, che hanno raccolto la denuncia e hanno fatto subito partire le indagini, per individuare dei testimoni. Secondo alcune prime testimonianze, sembra che il ragazzo fosse stato protagonista di alcuni diverbi all'interno della discoteca causati dall'alcol. «E' una storia assurda aggiunge la madre ed è evidente che se anche una persona reagisce verbalmente non può essere presa a calci e pugni».