Emozioni e veglie notturne: sul litorale è tartarughe-mania

Emozioni e veglie notturne: sul litorale è tartarughe-mania
di Raffaella Troili
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Martedì 29 Agosto 2017, 09:08

Sotto ogni ombrellone la stessa emozione. Un segreto da cullare, dei cuccioli da vegliare, prima che spariscano nel mare seguendo il suo bagliore. L'improvvisa voglia di esser parte della natura, e di proteggerla.
«Ma come mai è arrivata qui? Davvero? Il mare si sta riscaldando, allora è venuta qui per rinfrescarsi, per salvare la specie, altrimenti continueranno a nascere solo femmine. Che bella storia», s'incanta chi l'ascolta. Doveva spuntare una caretta caretta, mica una qualunque, una esploratrice che vuol salvare la specie. Una notte, i primi di luglio, uscire dall'acqua stremata, deporre le sue uova e andar via per suscitare un senso di responsabilità inaspettato in una comunità di villeggianti, altrimenti presa dalla solita routine, caldo, bagno, racchettoni, selfie, ambulanti. Ed ha il sapore dolce e vibrante dell'attesa, questa estate, in un angolo del litorale romano. A ore, a giorni ripetono i volontari è prevista la schiusa delle uova - una sessantina - che la tartaruga ha lasciato sulla spiaggia di Tor San Lorenzo, sull'arenile del Lido dei Coralli, dopo aver prima scavato una buca. E se di giorno prosegue senza sosta da due mesi la processione davanti al recinto ormai pieno di disegni di bambini, di notte la comunità delle tartarughe, ora che il countdown è iniziato, ha cominciato a dormire in spiaggia.

QUELLI DELLA NOTTE
Tra le duecento e le trecento persone, il picco di domenica. Con sacchi a pelo e tende. Fanno compagnia ai volontari, dal tramonto all'alba, tra le tre e le sette del mattino si radunano intorno al nido, tanti mamme e papà di tartarughe, di tutte le età. Sorvegliano anche loro quella parte di spiaggia recintata, dove domenica hanno intercettato inequivocabilmente segnali di attività nel nido, «piccoli movimenti della sabbia, dovuti alla rottura di qualche guscio - spiegano i dieci volontari dell'associazione Sea Shepherd». Segnali. Come le doglie, in attesa che i tempi siano maturi. Intanto si affaccia il bagnino, gli anziani e i bambini, chiedono rassicurazioni e se possono esser di aiuto. «Una nuova sensibilità che sorprende anche noi. Vogliono sapere tutto di questa tartaruga, che risale il mare dal Sud Italia per far nascere i maschi. Le condizioni ambientali nel nido sono ottimali - ricorda un volontario - con una sonda riusciamo a monitorarle. Siamo entrati nel 50esimo giorno, i tempi di schiusa sono tra i 40 e i 60 giorni». Ogni giorno, ogni attimo è buono. «Il 90% delle uova va a buon fine. Le tartarughe escono prevalentemente di notte, seguono il bagliore del mare e si tuffano, meglio se c'è la luna piena». Ogni 10 tartarughe, i volontari ne prenderanno una, eseguiranno veloci test morfologici - misure, peso - poi riapriranno il cestino e la ricongiungeranno ai fratellini. Nessuno vuol perdersi lo spettacolo. Se la nascita iniziasse di giorno, i volontari le tratterranno fino al tramonto «perché ci sono meno predatori in giro, nel mare, ma anche in cielo, come i gabbiani».

LA SOLIDARIETÀ
Un corridoio di sabbia, quasi fosse un tappeto rosso, è pronto solo per loro. Sul posto a gestire l'operazione anche il biologo Gianluca Treglia della Stazione zoologica di Napoli Anton Dohrn. «Con i tempi ci siamo, previsioni a ore - dice - Tutta la schiusa può durare anche 7/10 giorni». Il popolo dei villeggianti è ora una comunità solidale, potere della natura e delle piccole tartarughe di Ardea. C'è chi chiede: «Ma possiamo prenderne una, la adottiamo», chi vuole dare una mano e si informa su come si fa per diventare un volontario. «Ci portano da mangiare, mentre un vecchietto che faceva fatica a muoversi si è presentato con 10 euro per ringraziarci del nostro lavoro. E' come se avessero percepito chiaro e semplice che il problema del riscaldamento globale prodotto dall'uomo, riguarda poi tutti, nipoti, figli, siamo animali anche noi, no?».

 
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