Effetto Renzi a Roma, balzo del Pd
Superato il 43%, M5S secondo partito

Effetto Renzi a Roma, balzo del Pd Superato il 43%, M5S secondo partito
di Simone Canettieri e Fabio Rossi
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Lunedì 26 Maggio 2014, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 08:09

L’effetto Renzi travolge la Capitale. La notte di gloria del Pd romano, di un punto sopra alla media nazionale, dirada le nuvole sopra al Campidoglio: la giunta Marino supera l’esame europee.

E, allo stesso tempo, i dati consegnano alle cronache un partito talmente pesante che da questa mattina è pronto a incidere ancora di più sugli equilibri del Comune. A partire dal rimpasto, sempre più vicino. Non a caso ieri autorevoli esponenti del Pd già mettevano le mani avanti: «La lista è pronta, ora Ignazio dovrà ascoltarci». Sfuma così l’ipotesi del blitz in solitaria del chirurgo dem. Che ieri sera non ha nascosto la propria soddisfazione per l’obiettivo centrato. L’effetto Renzi dunque dà nuova linfa a tutti. E questo nonostante le difficoltà ambientali di un partito litigioso, che non ha mancato di deludere il premier anche giovedì riuscendo a non riempire piazza del Popolo.

Il balzo dei democrat è raccontato dai 14 punti percentuali in più ottenuti ieri rispetto alle ultime politiche.

Con un Pd così alto anche la valanga grillina è stata arginata rispetto alle previsioni della vigilia: il dato del M5S a Roma è più alto rispetto alla media nazionale di 4 punti, ma il distacco dal primo partito è comunque profondo. Nella Città eterna ottiene un buon risultato anche la lista Tsipras, rassemblement di sinistra con Sel e Rifondazione, che con il 6,1 per cento supera di due punti il risultato nazionale: sarà difficile ora farne a meno per Marino. Bene anche Fratelli d’Italia, che superano quota 5.

LE PREFERENZE

Il tocco magico di Renzi anche nella Capitale è rappresentato dal primo posto di Simone Bonafè nelle preferenze, prova del ruolo decisivo del premier. Dietro i seggi romani sembrano premiare David Sassoli su Enrico Gasbarra. Mentre Goffredo Bettini è stato scavalcato da Silvia Costa.

ALLE URNE

Nella Capitale il partito del non voto cresce ma non sfonda. Alle chiusura dei seggi, ieri sera, si è recato alle urne poco meni del 52 per cento dei romani) con un’affluenza inferiore al dato nazionale. Alle elezioni europee del 2009, tornata elettorale in cui si votò in due giorni - sabato e domenica - era andato alle urne il 56,69 per cento degli aventi diritto. A votare sono stati soprattutto uomini (53,55 per cento), mentre le donne superano di poco il 50. La disaffezione alle urne si concentra soprattutto nei quartieri periferici della Città eterna. Il municipio in cui si è votato di meno è infatti il VI (Tor Bella Monaca-Torre Angela), in cui il dato dell’affluenza ha superato di poco quota 46 per cento. Dall’altra parte, il numero maggiore di cittadini ai seggi è stato rilevato nel II Municipio (Flaminio-Parioli-Salario-Nomentano), dove ha votato il 56,73 per cento degli aventi diritto. Con punte massime nel quartiere di San Lorenzo, storica roccaforte della sinistra romana.