Roma, case popolari a prezzi maggiorati: 13 sequestri e 9 amministratori coop indagati

Roma, case popolari a prezzi maggiorati: 13 sequestri e 9 amministratori coop indagati
2 Minuti di Lettura
Giovedì 27 Novembre 2014, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 11:47
Tredici appartamenti, per un valore di 3,5 milioni di euro, e le quote societarie delle cooperative edilizie «Lega San Paolo Auto» e «San Paolo V Auto», per un valore di oltre 2,3 milioni di euro, sono stati sequestrati dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Roma. Un provvedimento scattato nell'ambito di un'inchiesta relativa alla maggiorazione dei prezzi di acquisto imposta agli assegnatari, rispetto a quelli fissati dal comune.



Nove indagati. Nove amministratori delle cooperative sono indagati per tentata concussione ed estorsione aggravata. Per effetto del sequestro preventivo degli immobili viene “congelata” e cautelata l’esecutività dello sfratto a carico degli attuali occupanti degli appartamenti, “rei” di non aver soggiaciuto alle richieste estorsive ed alle minacce provenienti dagli amministratori delle Cooperative.



L'inchiesta. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, hanno alzato il velo sulla gestione di alcune cooperative specializzate nella costruzione di immobili di edilizia popolare convenzionata/agevolata, peraltro destinatarie di finanziamenti da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, proprio per facilitare l’acquisto di case da parte di persone economicamente o socialmente deboli.



Le minacce. Le Fiamme Gialle hanno scoperto che 9 amministratori delle cooperative, titolari di un programma costruttivo di edilizia convenzionata/agevolata localizzato a Roma, nella zona di Tor Vergata, dopo avere stipulato la convenzione con il Comune di Roma, ottenuto i finanziamenti pubblici ed incassato le quote di prenotazione dai soci, avevano minacciato questi ultimi che la stipula del contratto sarebbe avvenuta solo laddove, per ogni metro quadro, fosse stato pagato il prezzo di 1.059 euro, immotivatamente maggiorato rispetto a quello massimo di cessione approvato dal Comune di Roma, pari a 966 euro al mq.



La denuncia. A questo punto, mentre 63 soci hanno subìto il maggior prezzo, altri 13 si sono rifiutati ed hanno denunciato il fatto alla Procura della Repubblica di Roma, esponendosi così alla ritorsione degli amministratori che - forti della mancata ottemperanza all’intimazione di pagamento - hanno deliberato nei loro confronti l’esclusione dalla compagine sociale, costringendoli ad un lungo contenzioso civilistico che li ha visti prima soccombere e poi ricevere la notifica di precetti di sfratto.



Estorsione aggravata. In questo modo i 9 amministratori - qualificati, in quanto costruttori di edilizia convenzionata, "incaricati di pubblico servizio", e, conseguentemente, indagati per tentata concussione ed estorsione aggravata - avevano programmato di incassare un extra profitto di circa 1.383.000 euro, pari alla differenza tra il prezzo legittimo e quello richiesto ai 76 soci delle cooperative. Di questi non sono però riusciti ad incassare circa 284.000 euro, richiesti ai 13 soci resistenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA