LA DELIBERA
Virginia Raggi lo aveva annunciato in campagna elettorale: l'audit sul debito pregresso sarebbe stato tra i primi passi dell'amministrazione a cinque stelle, appena scalato il colle capitolino. I tempi si sono un po' allungati, perché Minenna vuole prima mettere a posto i conti del bilancio corrente, ma il check-up del debito si farà, in autunno, con una collaborazione interistituzionale che faccia chiarezza su alcuni aspetti ancora dibattuti, dai derivati all'identificazione di diversi creditori ancora misteriosi. «Lo metteremo in cantiere, per capire chi deve pagare cosa - ha assicurato l'assessore - Faremo una ricognizione e chiederemo la collaborazione della commissaria straordinaria Silvia Scozzese». L'analisi di questa enorme massa di conti, infatti, non può prescindere da un accordo tra Comune e Governo, che ha nominato la Scozzese a capo della bad company capitolina. Anche perché troppo spesso, come nel recente caso del lodo di Atac con Roma Tpl, non è chiaro chi debba pagare il conto: Campidoglio o gestione commissariale.
«C'è una tale stratificazione contabile per cui arriva un debito fuori bilancio e si inizia a discutere di chi sia», ha spiegato Minenna. L'obiettivo della sindaca è avere finalmente un quadro chiaro e definitivo della situazione, evitando duplicazioni, escludendo debiti già saldati o non più esigibili e, una volta terminato il lavoro, valutare i margini (se ce ne saranno) per ridiscutere mutui e interessi con la Cassa depositi e prestiti e le banche. Con il secondo fine, prettamente politico, di far uscire allo scoperto anche eventuali responsabilità delle passate amministrazioni. «In quel caso, chiameremo i responsabili di quelle giunte a spiegare il loro operato», dicono da Palazzo Senatorio.
L'ASSESTAMENTO
Prima dell'audit, già a settembre, arriverà però la seconda manovra di assestamento di bilancio, la prima in cui la nuova giunta prenderà decisioni politiche vere e proprie (quella approvata a fine luglio era di natura meramente tecnica). Minenna ha trovato nei conti circa 70 milioni di spese fantasma, ossia di finanziamenti stanziati negli ultimi bilanci per interventi mai avviati, come la ristrutturazione di piazza Vittorio, o non chiari. Insomma, il responsabile dei conti capitolini punta a recuperare questi soldi per immetterli, cash, nel nuovo assestamento. Prima di pensare al monitoraggio del debito storico, con procedure inevitabilmente lunghe e tortuose, l'assessore vuole recuperare risorse da gettare sul tavolo del miglioramento dei trasporti o dell'accorciamento delle liste di attesa per i nidi. Per dare ai romani i primi segnali concreti dell'attività amministrativa targata M5s.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout