Debito, pool di esperti per l'inchiesta interna: «Caccia ai responsabili»

Debito, pool di esperti per l'inchiesta interna: «Caccia ai responsabili»
di Fabio Rossi
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Mercoledì 17 Agosto 2016, 08:20
Una commissione mista, composta da tecnici del Campidoglio e della gestione commissariale del debito storico di Roma Capitale, coadiuvata da un pool di esperti esterni, incaricata di passare al setaccio ogni singola voce della montagna di debiti che sono stati accumulati fino al 2008. Un passivo che, tra l'altro, costringe i romani a pagare un'addizionale comunale all'Irpef da record assoluto: il 9 per mille, contro un massimo nazionale fissato per legge a 8. Oltre all'inchiesta della Procura di Roma, per ora senza indagati, aperta in seguito all'esposto presentato dal capo di Gabinetto di Palazzo Senatorio, Carla Romana Raineri, e dell'assessore capitolino al bilancio, Marcello Minenna, ci sarà anche un'indagine tecnica per passare al setaccio i 22 e passa miliardi di euro di debiti, poi ridotti a 13, che si sono accumulati nelle pieghe dei bilanci comunali.

LA DELIBERA
Virginia Raggi lo aveva annunciato in campagna elettorale: l'audit sul debito pregresso sarebbe stato tra i primi passi dell'amministrazione a cinque stelle, appena scalato il colle capitolino. I tempi si sono un po' allungati, perché Minenna vuole prima mettere a posto i conti del bilancio corrente, ma il check-up del debito si farà, in autunno, con una collaborazione interistituzionale che faccia chiarezza su alcuni aspetti ancora dibattuti, dai derivati all'identificazione di diversi creditori ancora misteriosi. «Lo metteremo in cantiere, per capire chi deve pagare cosa - ha assicurato l'assessore - Faremo una ricognizione e chiederemo la collaborazione della commissaria straordinaria Silvia Scozzese». L'analisi di questa enorme massa di conti, infatti, non può prescindere da un accordo tra Comune e Governo, che ha nominato la Scozzese a capo della bad company capitolina. Anche perché troppo spesso, come nel recente caso del lodo di Atac con Roma Tpl, non è chiaro chi debba pagare il conto: Campidoglio o gestione commissariale.
«C'è una tale stratificazione contabile per cui arriva un debito fuori bilancio e si inizia a discutere di chi sia», ha spiegato Minenna. L'obiettivo della sindaca è avere finalmente un quadro chiaro e definitivo della situazione, evitando duplicazioni, escludendo debiti già saldati o non più esigibili e, una volta terminato il lavoro, valutare i margini (se ce ne saranno) per ridiscutere mutui e interessi con la Cassa depositi e prestiti e le banche. Con il secondo fine, prettamente politico, di far uscire allo scoperto anche eventuali responsabilità delle passate amministrazioni. «In quel caso, chiameremo i responsabili di quelle giunte a spiegare il loro operato», dicono da Palazzo Senatorio.
 

L'ASSESTAMENTO
Prima dell'audit, già a settembre, arriverà però la seconda manovra di assestamento di bilancio, la prima in cui la nuova giunta prenderà decisioni politiche vere e proprie (quella approvata a fine luglio era di natura meramente tecnica). Minenna ha trovato nei conti circa 70 milioni di spese fantasma, ossia di finanziamenti stanziati negli ultimi bilanci per interventi mai avviati, come la ristrutturazione di piazza Vittorio, o non chiari. Insomma, il responsabile dei conti capitolini punta a recuperare questi soldi per immetterli, cash, nel nuovo assestamento. Prima di pensare al monitoraggio del debito storico, con procedure inevitabilmente lunghe e tortuose, l'assessore vuole recuperare risorse da gettare sul tavolo del miglioramento dei trasporti o dell'accorciamento delle liste di attesa per i nidi. Per dare ai romani i primi segnali concreti dell'attività amministrativa targata M5s.