Palestrina, svelata la grotta dei misteri: risale al II secolo a.C.

Palestrina, svelata la grotta dei misteri: risale al II secolo a.C.
di Laura Larcan
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Martedì 26 Aprile 2016, 09:08 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 15:58


La grotta colossale delle meraviglie di Palestrina sta per avere la sua rivincita, dopo un oblio di quasi quarant'anni nel cuore dell'antica cittadina alle porte di Roma. Il monumento più misterioso, sconosciuto e suggestivo della millenaria città latina di Praeneste (acerrima nemica della Roma repubblicana, protagonista nello scontro tra Silla e Mario) sabato prossimo aprirà al grande pubblico. Per pura convenzione viene chiamata dagli studiosi “Aula Absidata”, ma è considerata un unicum, rarissimo esempio di architettura ellenistica, datata addirittura al II secolo a.C. Un gioiello titanico, scavato nella roccia viva per quasi quattordici metri d'altezza, enigma del complesso archeologico degli edifici del Foro che si articola intorno alla centralissima piazza Regina Margherita. Ci son voluti dieci anni di complesso e affannoso restauro, con un progetto caparbio e audace guidato da Sandra Gatti, responsabile dell'area per la Soprintendenza archeologica del Lazio e dell'Etruria meridionale (diretta da Alfonsina Russo Tagliente). Il colpo d'occhio ora è da vertigine. L'abside, concepito 2200 anni fa come un ciclopico antro naturale da cui sgorgava acqua che si riversava sul pavimento rivestito dal grandioso mosaico policromo del Nilo (distaccato nel XVII secolo e oggi nel Museo nazionale archeologico) appare libero in tutta la sua originaria spettacolare altezza. «Abbiamo rimosso murature, tramezzi e pesanti strati di intonaco che tamponavano e occultavano l'ambiente, compresa la demolizione di solai costruiti nei secoli successivi per dividere l'aula in quattro piani», racconta Sandra Gatti che sabato presenterà i risultati dell'impresa nell'incontro “Riflessi del Nilo. La grande sala di Palestrina” (ore 18).
 
L'ENIGMA
La storia dell'Aula, infatti, è scandita da una stratigrafia edilizia che dal Medioevo ne ha trasformato l'identità. La formula rivoluzionaria del restyling è stata quella, come spiega Gatti, di «liberare il monumento e di riportare alla luce l'architettura romana dell'abside e della parete destra dell'edificio, decorata con un raffinato fregio dorico. Una creazione unica del Lazio antico, che quasi non ha confronti per dimensioni ed originalità in Italia». Il percorso di visita sarà arricchito da installazioni multimediali con la ricostruzione in 3D dell'Aula, insieme a reperti inediti riaffiorati durante gli scavi. Resta un mistero la sua funzione. Probabile Curia del Senato, forse un santuario dedicato a Iside. Diventerà, in accordo col Comune, una sala polifunzionale culturale. E ci si potrà anche sposare.