Colosseo, sfregio con lo spray: «Serve una zona rossa»

Colosseo, sfregio con lo spray: «Serve una zona rossa»
di MArco de Risi e Laura Larcan
4 Minuti di Lettura
Martedì 17 Gennaio 2017, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 08:47

ROMA Qualcuno, sottovoce, l'ha definita l'arancia meccanica del Colosseo. Una notte brava di delirante e perversa follia, che ha evidenziato tutte le falle di un sistema di sicurezza. Due turisti brasiliani ubriachi che scavalcano le alte cancellate del monumento, giocano col brivido di scalare il tempio dei gladiatori, uno precipita col risultato di una frattura multipla del bacino. Non solo, ma qualche feticista del graffito (forse gli stessi brasiliani?) imbrattano un antico pilastro dell'Anfiteatro Flavio al piano terra, scrivono con la vernice nero morte e deturpano il marmo secolare con parole dall'oscuro significato (balto). Per divertirsi con le minacce all'odore acre dello spray, hanno forzato addirittura un'alta rete cosiddetta orsogril tipica da cantiere, allestita dalla Soprintendenza per delimitare una zona off limits al pubblico. Siamo sul prospetto del monumento rivolto su via dei Fori Imperiali, presso l'ingresso con rampa per i diversamente abili. Uno spettacolo impietoso, che brucia dopo il restauro di tutte le facciate appena concluso la scorsa estate grazie al finanziamento della Tod's.
 

 


L'ALLARME
È stato un amaro risveglio, ieri, in questo blue monday del Colosseo. L'allarme per i due scellerati freeclimber è scattato poco dopo le 2.40. E' stato uno dei tue turisti a chiedere soccorso con il cellulare. I brasiliani, a notte fonda, erano riusciti ad entrare all'interno del Colosseo, salvo poi precipitare da un'altezza di quattro metri. Uno, di 31 anni, ha avuto la peggio, ed è arrivato in codice rosso al pronto soccorso di San Giovanni. «È stata una bravata, eravamo ubriachi», si è difeso l'amico 35enne davanti ai poliziotti del commissariato Celio. Per i ragazzi (che alloggiano in un albergo del centro) è scattata la denuncia per invasione di edificio. L'allarme per i vandali della morte è partito la mattina presto, all'apertura del monumento.

«Il vandalo ha imbrattato lastre di rivestimento ottocentesche dell'antico pilastro esterno del Colosseo - raccontava a caldo ieri mattina la direttrice Rossella Rea - Dovrebbero essere più facili da pulire perché al contrario del travertino originale ha meno capacità di assorbimento della vernice. Comunque - conclude con amarezza la Rea - è un atto di vandalismo di una gravità inaudita che meriterebbe una punizione esemplare». Il pronto intervento di restauro è stato subito attivato (i tecnici stanno stimando in queste ore l'entità del danno in migliaia di euro). Ma certo l'episodio la dice lunga sulla permeabilità dell'area. Nonostante la recinzione, le telecamere, i presidi di controlli esterni sulla piazza (che resta obiettivo sensibile per rischio attentati) l'ultima legione di idioti riesce a profanare il Colosseo. Le immagini delle telecamere del Comune puntate sulla piazza sono state acquisite dal commissariato di polizia Celio (l'esito si avrà tra qualche giorno, e i colpevoli?). Il Colosseo torna a calamitare i riflettori mediatici. Il monumento icona, forte di 6,4 milioni di visitatori nel 2016 (60 milioni di introiti) e al centro della riforma dei Beni culturali diventando parco archeologico a gestione autonoma.

LA ZONA ROSSA
Il soprintendente Francesco Prosperetti è sul piede di guerra. «Ho chiesto subito d'urgenza un incontro in Prefettura con il coordinamento delle forze che garantiscono la sorveglianza in piazza del Colosseo, esercito, polizia e carabinieri». Non solo. Prosperetti punta ad un progetto di un nuovo sistema di sorveglianza supertecnologico anti-vandali, ma anche alla creazione di una zona rossa separata da dissuasori come catenelle sul perimetro di questa zona.

«Le nuove cancellate installate con il grande restauro hanno criteri più estetici che di sicurezza, non sono certo un presidio anti-intrusione - ribadisce Prosperetti - Scavalcare ed entrare risulta troppo facile. Non è la prima volta, già è successo. Serve a questo punto un sistema di protezione che non consenta a nessuno di avvicinarsi». Soprattutto di notte. Se all'esterno, la sorveglianza evidentemente è fallace, c'è un presidio notturno all'interno del monumento? «Da molti anni non c'è più. Noi abbiamo un organico di custodi al Colosseo molto ridotto, possiamo tenere otto persone scarse su un turno d'apertura. Potremmo integrarla con sorveglianza privata in un piano magari concordato col presidio interforze».