Pedofilia a Roma Nord, il pr dei vip rischia un secondo processo: «Altri due ragazzi nella rete»

Pedofilia a Roma Nord, il pr dei vip rischia un secondo processo: «Altri due ragazzi nella rete»
di Michela Allegri
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Martedì 17 Ottobre 2017, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 00:54

Li lusingava con regali e con ricariche telefoniche. Prometteva libero accesso ai circoli più in voga della Capitale e alle feste vip. In cambio, chiedeva foto osé e rapporti intimi. Altri due giovanissimi erano finiti nella rete di Claudio Nucci, il pr di Roma Nord, 59 anni, una vita all'insegna del divertimento e del lusso e, soprattutto, l'attenzione morbosa verso i ragazzini minorenni. Dopo una condanna in primo grado a 16 anni, dimezzata in appello, Nucci è di nuovo a un passo dal banco degli imputati. Il pm Eugenio Albamonte gli ha appena notificato un secondo avviso di conclusione delle indagini, atto che solitamente precede una richiesta di rinvio a giudizio. L'accusa è sempre la stessa: induzione alla prostituzione minorile. Ora, le giovani vittime accertate del cinquantanovenne salgono a quattro.

L'ARRESTO
Arrestato nel febbraio dello scorso anno, Nucci aveva scelto di essere giudicato con rito abbreviato. In primo grado, il gup Giacomo Ebner lo aveva condannato a 15 anni di reclusione. «Era ben cosciente - aveva scritto il giudice nelle motivazioni - della illiceità penale delle sue condotte e dei conseguenti rischi. E questo si desume ampiamente dalla conversazione con uno degli amici». Il pr, intercettato, si era infatti confidato con un amico: «Sono andato a portare 50 euro a un fidanzatino mio - aveva detto al telefono - che sò due giorni che mi chiede venti... me mettono in galera guarda... non te dico quanti anni c'ha che te pija un colpo». A denunciarlo, era stato proprio lo zio di quel ragazzino, che aveva trovato sul cellulare del minore uno scambio di sms e di fotografie intime. Sui social, Nucci vantava amicizie altolocate e un posto fisso nei salotti dei Parioli e di Roma Nord. Avrebbe adescato i ragazzini comprandoli con denaro e con la promessa di una vita a cinque stelle. Alcuni di loro hanno raccontato di essere stati ricattati: temevano che l'indagato raccontasse ogni cosa ai loro genitori.

L'APPELLO
La condanna era stata dimezzata in appello: la pena era scesa a 8 anni. Il collegio, infatti, accogliendo la richiesta dell'avvocato Gian Luca De Bonis, difensore del pr, aveva riqualificato il reato in atti sessuali con minori.
«Attendo di visionare gli atti del nuovo fascicolo, ma ritengo che ancora una volta i fatti contestati al mio assistito, del tutto identici a quelli che sono già stati oggetto di sentenza della Corte di Appello, non siano in alcun modo riconducibili alle fattispecie di reato per cui la Procura si ostina a voler procedere», ha commentato il penalista a proposito delle nuove accuse.