Roma, svolta nel giallo dell'avvocatessa incinta trovata morta, riesumata la salma: l'assassino potrebbe essere il compagno

Roma, svolta nel giallo dell'avvocatessa incinta trovata morta, riesumata la salma: l'assassino potrebbe essere il compagno
di Michela Allegri
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Giovedì 29 Settembre 2016, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 13:36

Un caso irrisolto, un imputato assolto in primo grado dall'accusa di omicidio, ma ora a rischio condanna in appello. E, soprattutto, il cadavere di una donna riesumato a distanza di sei anni dal decesso, per chiarire se, mentre era in dolce attesa, la vittima sia stata stroncata da un male fulminante o sia stata invece uccisa dal compagno. C'è una svolta nel processo di secondo grado per la morte di Claudia Coloprisco, quarantatreenne, avvocato al terzo mese di gravidanza, trovata senza vita dal consorte Pedro Pascual Ventura, dominicano di 47 anni. Il giudice Giancarlo De Cataldo, presidente della Corte d'assise d'appello, ha infatti disposto che i resti della donna vengano analizzati per un ultimo esame autoptico.
Il corpo di lei era stato trovato accasciato sul pavimento, con una pantofola infilata al piede sbagliato. Per la Procura, si tratta di un omicidio. L'unico imputato è Ventura, difeso dall'avvocato Alessandro Gentiloni Silveri e prosciolto in primo grado. Nel motivare la sentenza, la Corte d'Assise aveva decretato l'impossibilità di stabilire le cause del decesso. Impugnando il dispositivo, lo scorso aprile, il procuratore generale Pietro Giordano ha fatto una ricostruzione diversa: «Ventura tramortiva la convivente, la afferrava per il collo e ne cagionava la morte», ha scritto nell'atto d'appello. Durante il dibattimento di secondo grado, il pg Arcibaldo Miller ha poi chiesto e ottenuto una nuova perizia - la quarta - per accertare in modo definitivo le cause del decesso della vittima, incaricando il professore di medicina legale Giovanni Pierucci, docente all'università di Pavia, di effettuare gli accertamenti. E' stato il perito a chiedere l'esumazione del cadavere.

IL DECESSO
I fatti risalgono al 16 giugno 2010. Ventura, che lavora come receptionist in un albergo in zona Pinciana, in tarda mattinata torna a casa, in via di Pietralata. Trova il cadavere della compagna accasciato in terra. Il corpo della Colaprisco è supino, una pantofola è indossata al piede sbagliato. Si tratta di un dettaglio che, per l'accusa, «depone a favore dell'ipotesi della ricomposizione del cadavere dopo l'aggressione». Interrogato, l'imputato dà versioni discordanti. Per il pg tenta anche di «crearsi un alibi». Per stabilire le cause della morte vengono effettuate tre indagini tecniche, ma nessuna dà risultati certi. Ventura, accusato di omicidio, viene assolto. Nel processo d'appello, però, le cose potrebbero andare diversamente.