Roma, motociclista investito al Circo Massimo: «Ora diteci cosa è successo»

Roma, motociclista investito al Circo Massimo: «Ora diteci cosa è successo»
di Elena Ceravolo
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Martedì 12 Gennaio 2016, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 08:30

Riesce a dire solo poche parole, Riccardo Vizzarro. Sono passate poche ore da quando ha saputo che suo fratello minore, il suo unico fratello, è morto dopo essere volato sull'asfalto dal suo scooter al Circo Massimo. E dietro la porta di casa, al terzo piano di un palazzo di Villanova di Guidonia, c'è una famiglia schiantata dal dolore. Una famiglia che ieri sera di parole non ne aveva più. Nel pomeriggio la terribile notizia che li ha fatti correre a Roma. Ora tutto quello che vogliono: è la verità. Hanno paura che qualcuno possa distorcere la realtà dei fatti e che non racconti come siano andate realmente le cose. «Domani vedremo - dice Riccardo - non sappiamo. Gli inquirenti stanno lavorando per ricostruire quanto accaduto». Già, questo è il momento di pensare al loro Simone, a quel ragazzone sempre allegro e sorridente. Che non si può nemmeno sopportare il pensiero che stasera non tornerà a casa. «Serio e sereno», così lo ricordano i vicini increduli. In quel palazzo di via Massimo D'Azeglio nessuno ha saputo fino a tarda sera, fino a quando quella famiglia piegata dal dolore non ha fatto rientro ed è cominciata a circolare la voce, prima fra i parenti e poi tra gli amici. Emidio, il padre sessantottenne, per tanti anni ha gestito una cartolibreria a Villanova, la frazione più popolosa di Guidonia, un mega quartiere di ventimila anime fatto tutto di palazzine a ridosso della Tiburtina, a valle di Tivoli.
 
LA TRAGEDIA
«Una tragedia senza confini», mormora un'amica arrivata con il cuore in gola a dare un abbraccio. «Solo questo si può fare, un abbraccio. Che possiamo dire? Non ci sono parole per questa famiglia così duramente colpita. Ora bisogna capire quello che è realmente successo». Un giovane arriva e rimane di sasso. «Cosa dici? Simone? Non ci posso credere. No, Simone no». Stava per suonare proprio ai Vizzarro, aveva bisogno di un'informazione da Emidio. Poi prova a chiamarlo, ma il telefono squilla senza risposta. Capisce che è proprio vero, ma non si capacita: «Speriamo che non sia così». «Un bravissimo ragazzo, serio. - aggiunge un altro amico, che poco dopo arriva e fa fatica a trovare il coraggio per suonare al citofono - Lavorava per una società che affitta appartamenti di lusso ai turisti in diverse città italiane. Un ragazzo d'oro». Pensa a mamma Elia e si passa una mano sulla fronte: non sa cosa potrà dirle. E oggi sicuramente la gente che arriverà nella casa di via D'Azeglio per un abbraccio e una parola di conforto sarà un fiume. E' una famiglia conosciuta e stimatissima quella dei Vizzarro a Guidonia.
AMICI E COMMERCIANTI
«Una famiglia unita e sempre impegnata per la comunità di Villanova, pronta ad aiutare il prossimo», racconta un negoziante di via Maremmana, la strada principale del quartiere, la stessa sulla quale per tanti anni Emidio ha gestito la sua cartolibreria. «Una famiglia - aggiunge, dopo aver saputo cosa è successo al Circo Massimo - che ora ha il diritto di sapere con chiarezza cosa è successo al loro Simone. Se davvero c'è qualcuno che lo ha travolto e non si è nemmeno fermato a prestargli soccorso. Tutta Villanova gli è vicina con il cuore». Qualcun'altro appena saputo dell'incidente ha iniziato a cercare notizie su internet tramite il cellulare: «Non ci posso credere, non è possibile. Forse vi sbagliate». Poi la dura e brutale verità: «Queste cose sembrano sempre così lontane da noi. Oggi purtroppo quello stesso incubo lo vivono tutte le persone che volevano bene a Simone».