Roma, cinghiali, piano del Comune: «Farmaci sterilizzanti, recinzioni e niente caccia»

Roma, cinghiali, piano del Comune: «Farmaci sterilizzanti, recinzioni e niente caccia»
di Camilla Mozzetti
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Martedì 21 Marzo 2017, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 21:46

In principio saranno le vaccinazioni anti-fertilità sui cinghiali poi toccherà alla recinzione delle aree verdi - come il parco di Veio - nella zona a nord di Roma per evitare che questi animali possano evadere dall'habitat che hanno scelto di vivere. Contestualmente si procederà allo spostamento e alla rimozione dei cassonetti dei rifiuti da alcune strade della Capitale (via Baldo degli Ubaldi, via di Valle Muricana, via Trionfale, via Cassia) che, nei mesi e giorni scorsi, sono state teatro di avvistamenti e anche del terribile incidente mortale provocato proprio da un animale. Il Campidoglio corre ai ripari e inizia a buttar giù lo scheletro del Piano Emergenza cinghiali.
Una soluzione immediata non c'è. Anche perché negli uffici di palazzo Senatorio, trattandosi di un fenomeno nuovo (almeno nella sua portata) non esiste una memoria storica di atti o azioni messe in campo in passato che possano essere rispolverate oggi senza troppa fatica. Ma il Campidoglio ha già in mente un intervento che sarà verosimilmente ultimato entro la fine di aprile. L'obiettivo è chiaro: si dovrà tutelare l'integrità dei residenti ma anche la vita degli animali. Quindi, già da adesso è certo che il Comune non procederà con nessuna campagna di abbattimento dei mammiferi. Si adopererà invece per gradi.
L'ITER
In primis somministrando ai cinghiali (più di 3mila quelli che il Comune pensa di dover trattare in futuro) un immuno-vaccino capace di bloccare la fertilità negli esemplari maschi. Per il tipo di farmaco, l'amministrazione vorrebbe avvalersi di un vaccino brevettato negli Stati Uniti, «il Gonacon», spiega la dirigente del Campidoglio Rosalba Matassa, che sta seguendo l'iter del progetto. «Il farmaco - prosegue - ha dato degli ottimi riscontri sui cavalli e sugli asini ma anche sui cinghiali; la fertilità negli animali esposti al trattamento è stata bloccata fino a un massimo di 5 anni senza dover ricorrere alla chirurgia». L'unico problema, però, è che questo vaccino al momento non è riconosciuto in Italia. «Nel tavolo tecnico previsto per la prossima settimana - conclude la Matassa - parteciperà oltre alla Regione anche un rappresentante dell'Istituto superiore di Sanità e comunque qualora Roma Capitale decida di avvalersi del farmaco, sarà necessario un passaggio con il Ministero della Sanità». Ma chi e come procederà a catturare i cinghiali e a iniettare loro il vaccino? Nei piani del Campidoglio la prima voce sarà espletata dall'ex polizia provinciale (oggi in forza alla Città Metropolitana) che ha già le conoscenze per procedere con questo tipo di intervento e poi la Polizia Locale di Roma Capitale per arrivare alle guardie zoofile, ai veterinari volontari per la somministrazione del farmaco.
I CONFINI
A tutto questo si aggiungono infine una serie di azioni che sono - in linea teorica - praticabili con maggiore velocità. Vale a dire l'istallazione di recinzioni elettriche per animali selvatici in alcuni tratti della riserva naturale di Monte Mario e nel parco di Veio. Infine il dipartimento all'Ambiente, su richiesta dell'assessora Pinuccia Montanari, sta vagliando la possibilità di rimuovere da alcune strade i cassonetti dell'immondizia che in passato hanno attirato i cinghiali usciti dai parchi per andare a caccia di cibo.
Camilla Mozzetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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