Riapre la sala Troisi, l'appello di Virzì: «Ora il Comune aiuti i ragazzi dell'America»

Riapre la sala Troisi, l'appello di Virzì: «Ora il Comune aiuti i ragazzi dell'America»
di M. Pas.
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Mercoledì 17 Maggio 2017, 21:24 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 20:14

Tocca a Paolo Virzì, nel giorno della riapertura della Sala Troisi, dopo 4 anni di serrande abbassate, interpretare il sentimento ma, soprattutto, il bisogno dei ragazzi dell'"America, che hanno vinto con un bando la gestione di questa struttura. «Speriamo che l'amministrazione comunale li voglia aiutare. Intanto, fate sapere il numero di conto corrente per sostenere questo progetto», ha detto il regista, che, durante questo speciale Open Day, si è anche rivolto a Virginia Raggi: «Dovrebbe essere qui a ringraziare questi giovani. Dovremmo dare le chiavi di questa città ai ragazzi del cinema America». Appello indispensabile, perché per ripartire servono fondi. 

Tocca ancora a Valerio Carocci, guida del gruppo che ha vinto la gestione di questo spazio, spiegare le condizioni in cui si trova la struttura: «Purtroppo questo cinema, che in apparenza sembrava pronto all’uso, dopo un’analisi tecnica approfondita successiva all’assegnazione, si è rivelato invece privo di qualsivoglia agibilità e certificazione, ma non privo di abusi edilizi e difformità con catastali. In questo edificio, che dal 1997 al 2013 ha esercitato al pubblico senza alcuna autorizzazione, sono necessarie verifiche delle strutture portanti dei solai ed ingenti lavori di manutenzione straordinaria: interventi edili per l’adeguamento delle uscite di emergenza e delle vie di esodo; demolizione e ricostruzione dell’impianto di areazione; verifica profonda e relativo adeguamento dell’impianto elettrico; sostituzione di ogni materiale tessile; digitalizzazione della cabina di proiezione. Questo è ciò che abbiamo inaspettatamente scoperto, quasi ad un anno dalla vittoria del bando e a due anni dall’annuncio dello stesso concorso pubblico». Lavori che, ovviamente, hanno dei costi. I ragazzi dell'America ad oggi hanno già raccolto 120mila euro: ma per far ripartire il cinema ne servono complessivamente 400mila. Da qui la proposta operativa (che è anche un appello): «Abbiamo deciso di procedere in linea con quanto svolto nell’esperienza del Cinema America: affinché almeno questa sala riapra, siamo disponibili noi a ripristinare una legalità là dove questa è stata svuotata di significato - hanno spiegato - Pertanto, nonostante spetti alla proprietà farsi carico delle risorse indispensabili al processo di riattivazione, siamo disponibili ad investire le nostre energie, il nostro tempo ed il nostro denaro, purché l’onere economico, come disposto nel bando pubblico, venga scomputato dal canone di concessione convenzionalmente concordato e cioè dalla quotazione di mercato abbattuta dell’80%».
 

 

«La Sala Troisi prenderà il nuovo nome di Cinema Troisi – hanno detto gli architetti Raffaella Moscaggiuri e Claudia Tombini - e la sua definizione funzionale, oggi data da ogni singolo e specifico ruolo, è pensata per consentire in futuro differenti attività e modi di uso. Il progetto si basa su una rifunzionalizzazione dei locali esistenti: sarà infatti mantenuta l’unicità della sala cinematografica con 298 poltrone ed il foyer-bar, che sarà flessibilmente allestito come videoteca, biblioteca cinematografica, esposizione, infopoint, postazioni internet, ecc. All’interno dell’ex locale tecnico sarà creata una sala lettura di 150mq fruibile h24 con 50 singole postazioni studio. 

«Qui vogliamo ricreare uno spazio in cui abitare le relazioni umane - ha concluso Carocci -, il nostro obiettivo è creare un vero e proprio presidio di valori, che possa rispondere alle esigenze e ampliare le potenzialità di chi quotidianamente lo attraversa.
Lo immaginiamo come una piazza aperta al passaggio e alla sedimentazione del movimento politico, sociale e culturale romano».

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