Roma, seviziarono coetanei in un centro di recupero: condannati due 17enni

Roma, seviziarono coetanei in un centro di recupero: condannati due 17enni
di Michela Allegri
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Mercoledì 8 Febbraio 2017, 07:49

Una stanza degli orrori, dove venivano consumate le più atroci torture. Vittime designate due sedicenni, che per più di un mese sono stati seviziati senza pietà da tre coetanei, reclusi come loro in un centro di recupero a Monte Mario. Sono stati segregati nella camera da letto degli aguzzini, ustionati con sigarette incandescenti, soffocati con lenzuola e cinghie legate intorno al collo. Costretti addirittura a subire violenti abusi sessuali.
Ora, però, i carnefici sono stati condannati. Il Tribunale dei minori ha disposto che due diciassettenni componenti della banda debbano scontare 7 e 9 anni di reclusione. Il loro complice neomaggiorenne è invece a processo al Tribunale ordinario.
Le accuse contestate vanno dalla violenza sessuale di gruppo alle lesioni, dalle minacce ai maltrattamenti. Una delle vittime «è talmente traumatizzata che, pur di non comparire in udienza, si è resa irreperibile, abbandonando casa e fuggendo verso ignota destinazione», hanno scritto nelle motivazioni della sentenza i giudici presieduti da Maria Teresa Spagnoletti. Per i magistrati, l'elenco delle angherie subite dalle parti offese «apparirebbe quasi irreale, se purtroppo non fosse assolutamente vero». I racconti dei ragazzi torturati sono stati considerati attendibili, «difficili e traumatizzanti anche solo da leggere e da ascoltare». I magistrati si sono trovati di fronte a «una situazione di violenza gratuita, con la privazione di qualsiasi possibilità di reazione da parte delle vittime».

LE TORTURE
I fatti risalgono al marzo dello scorso anno. E' il 10 del mese quando il primo sedicenne arriva nell'istituto e viene subito preso di mira da tre ragazzi ospiti del centro. Il gruppetto lo minaccia, lo costringe a subire torture. Mentre gli imputati lo trascinano nella stanza degli orrori, lui non oppone resistenza.
«Non riuscivo a reagire per paura, mi sentivo in loro possesso», racconterà agli inquirenti. Lo scherniscono, lo colpiscono con pale e bastoni. Gli spengono sigarette sulla lingua. Lo obbligano a ingoiare cenere, gli spruzzano in bocca uno sgrassatore per stoviglie.
Il 3 aprile arriva un nuovo ragazzo. La gang si accanisce pure contro di lui. «Scrivi l'ultima lettera per tua madre, con le scuse, e ti impicchiamo», minacciano un giorno gli aguzzini. D'altronde, uno dei loro passatempi preferiti è stringere un lenzuolo intorno al collo delle vittime e continuare a stringere finché i due non perdono i sensi.

LA DENUNCIA
Le sevizie si protraggono fino al 7 aprile, quando uno dei minori finisce al pronto soccorso e sporge denuncia. «Continuavano a torturarmi nonostante le suppliche di smetterla, tutti i giorni anche più volte, come se fossi un loro oggetto», racconta agli investigatori. «Uno teneva la porta chiusa, gli altri guardavano e ridevano. Ci obbligavano anche a picchiarci noi», dicono i sedicenni sconvolti. Gli agenti della Scientifica e del commissariato Primavalle trovano poi gli strumenti di tortura. Il 19 aprile, infine, scatta l'arresto degli imputati, su richiesta del pm minorile Gaetano Postiglione.