Roma, le mani della 'Ndrangheta sul bar della movida a piazza Bologna

Roma, le mani della 'Ndrangheta sul bar della movida a piazza Bologna
di Maria Lombardi
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Sabato 18 Giugno 2016, 08:47

Le sedie rosse ammucchiate una sull'altra e legate a una catena. Un silenzio che non c'è mai sotto il gazebo bianco, qui trovi sempre qualcuno a qualsiasi ora e poi la sera è una bolgia fino a tardi. Oltre il vetro il bancone vuoto. «Locale sottoposto a sequestro», l'avviso della Guardia di Finanza sulla porta sbarrata. «La Casina Favolosa» non è più il bar dei ragazzi di piazza Bologna, chiuso da ieri mattina perché la gestione non è chiara e pare che dietro ci sia la ndrangheta, «nessuna sorpresa», tra gli altri commercianti. Sulle panchine della piazza solo anziani e badanti, i giovani hanno perso il loro ritrovo e se ne stanno seduti ai tavolini di un altro bar ma non è la stessa cosa. «Possibile? Eravamo lì fino a ieri, ci vedevamo tutti alla Casina. Quello era il nostro posto, si andava lì. Brutta questa storia, e adesso che facciamo?».
A mettere i sigilli al bar degli universitari fuori sede i finanzieri del comando provinciale. Tutto è cominciato con l'operazione Hydra dell'ottobre 2015. Durante le indagini era emerso che l'imprenditore vibonese Luigi Ferruccio Bevilacqua investiva soldi per acquisire società - tramite prestanome - impegnate soprattutto nella ristorazione. Il nome di Bevilacqua gli investigatori lo conoscevano bene, considerato vicino al clan Mancuso di Limbadi dal 2009 aveva l'obbligo di dimora a Roma. Proprio a lui sarebbe riconducibile la società «La Casina Favolosa 2014 srl», proprietaria del bar di piazza Bologna. «intestazione fittizia dei beni», è il sospetto degli investigatori. Sempre secondo le ultime indagini, delegate dalla Procura di Roma, Bevilacqua si sarebbe affidato a un'altra persona, a cui è stato dato l'obbligo di firma, per compiere le operazioni finanziarie.
 
LE PROTESTE
«Se ne dicevano tante di quel bar», in piazza non si sorprende nessuno per i sigilli. «Già un paio di anni fa c'erano stati problemi, l'avevano anche chiuso». Si vociferava della ndrangheta, dell'ombra della malavita nella gestione del chioschetto che restava aperto fino a notte fonda. «Un posto molto chiacchierato e da quando tutti i ragazzi si ritrovavano là questa piazza era diventata impossibile», qualche commerciante borbottava già da tempo. «La mattina trovavamo uno schifo, tutte le bottiglie sparse nei giardinetti, vomito a terra, puzza. E poi la sera, lo spaccio. Li riconosci quei tipi qui all'incrocio. Era un gioiello questa piazza ma adesso non si riconosce più».

LA NOTTE
La movida degli universitari mal tollerata dai residenti e dai commercianti. «Ma certo, fanno un chiasso che non si ha idea. Quante volte abbiamo protestato con i vigili per le urla e anche gli atti di vandalismo. Gli altri locali la mattina a volte trovavano i vasi rovesciati e i vetri di bottiglie rotte». Vagano i ragazzi orfani del loro bar. «Era bello lì, c'erano i tavolini fuori sempre, anche d'inverno, e si stava bene. Poi era aperto fino a tardi, a volte la folla arrivava fino in strada». Il punto di riferimento per chi viene da un'altra città, «ci vediamo alla Casina». Ma tanto riapre, sono sicuri in tanti, mica è la prima volta che i proprietari passano guai. Certo, ieri mattina tre macchine della Guardia di Finanza nella piazza e tutto quel viavai. Una cosa così non s'era ancora vista.