Caos rifiuti a Roma, rischio figuraccia nei giorni dei Trattati

Caos rifiuti a Roma, rischio figuraccia nei giorni dei Trattati
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 17 Marzo 2017, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 16:51

Cerroni respinge metà dei rifiuti romani destinati ai suoi impianti e il 25 marzo, per le celebrazioni dell'Unione europea, Roma rischia di presentare montagne di spazzatura sui marciapiedi. Tra otto giorni in Campidoglio convergeranno 40 tra capi di Stato e di Governo di tutta Europa, 120 se si contano anche i ministri.

Bene, quando l'attenzione sarà tutta concentrata sulla Capitale, la città non saprà dove portare una porzione significativa dei rifiuti che produce. E' una situazione monitorata con attenzione dalla Prefettura e dal Viminale e che ovviamente suscita apprensione anche in Quirinale, dove si svolgerà il pranzo di tutte le autorità dell'Unione, al culmine delle celebrazioni per i sessant'anni della firma dei trattati di Roma.

I FATTI
Cosa sta succedendo? Da una settimana gli impianti di trattamento di Colari a Malagrotta respingono il 50 per cento dei rifiuti portati dall'Ama. In queste condizioni, il sistema di smaltimento è destinato a saltare: gli altri impianti a disposizione di Roma sono insufficienti. Già i primi effetti si stanno vedendo vicino ai cassonetti, dove si stanno accumulando i rifiuti a macchia di leopardo, ma per ora Roma tiene. Il problema è che in queste condizioni non reggerà a lungo.

Da sapere: ogni giorno Roma deve trattare circa 3.000 tonnellate di rifiuti, di queste 1.200 vanno nei due impianti di Malagrotta, di proprietà di Colari, dunque di Manlio Cerroni, detto il Supremo, che per decenni ha dominato il settore a Roma. Di fronte alle nuove tariffe più basse decise dalla Regione (i soldi che Colari incassa per ricevere i rifiuti di Roma), ha reagito dimezzando il quantitativo di spazzatura accolta spiegando che le tariffe non sono sufficienti a garantire il servizio. Risultato: Roma ogni giorno ha 600 tonnellate di rifiuti che non sa dove portare.

Per ora il direttore generale dell'Ama, Stefano Bina, sta mettendo una toppa aumentando il carico dei due impianti di proprietà pubblica (Rocca Cencia e Salaria), ma più di tanto non potranno resistere; con l'aiuto della Regione, si stanno cercando impianti alternativi oltre che in Abruzzo (dove va già una parte di rifiuti), anche in Toscana, mentre un altro quantitativo finisce in Austria. Ma di questo passo il 25 marzo sarà emergenza.

COMMISSARIO
Ma c'è un altro problema rovente: Colari è stata colpita da una interdittiva antimafia e dunque non può lavorare per un'azienda pubblica come Ama. Per questo la Prefettura lunedì prossimo potrebbe nominare un commissario che gestisca il gruppo di Cerroni. Come è possibile? Nel 2014, l'allora prefetto Giuseppe Pecoraro, notificò una interdittiva antimafia, effetto dell'inchiesta giudiziaria che portò all'arresto di Cerroni. Fu nominato un commissario che guidò Colari, evitando la chiusura degli impianti.

Colari ricorse al Tar e il provvedimento fu annullato il 15 luglio del 2014. Tutto risolto? No. Il 3 marzo, vale a dire due settimane fa, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Ministero dell'Interno e ripristinato l'interdittiva nei confronti di tutte le società di Cerroni. In sintesi: l'Ama neppure potrebbe portare, in questi giorni, i rifiuti a Malagrotta, ma sospendere i conferimenti significherebbe l'allarme sanitario. Per questo la Prefettura nelle prossime ore nominerà un nuovo commissario. Che a quel punto potrebbe riavviare a pieno regime i due impianti di trattamento e accogliere tutte le 1.200 tonnellate di rifiuti. Corsa contro il tempo, esito incerto.

SICUREZZA
Al caos rifiuti, si aggiungono i timori per la sicurezza. Il 25 marzo ci sarà da garantire la protezione per i 40 tra capi di Stato e di governo, 120 se si contano i ministri. Ieri mattina riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal ministro dell'Interno Marco Minniti. Sarà intensificata la vigilanza degli obiettivi sensibili. Il 25 marzo saranno sul campo molti più agenti della cifra ipotizzata inizialmente: oltre 3.000.

Previsti quattro cortei, di destra e di sinistra. Preoccupa quello dell'area No tav, no Euro, centri sociali: è fissato per il pomeriggio e rischia di portare per strada almeno 8.000 manifestanti, provenienti da Napoli (dove si sono svolti gli scontri in occasione della visita di Salvini), dai centri sociali del nord est, ma anche dall'estero, Francia, Germania e Grecia. Il timore è che tenteranno di sfondare la zona rossa (in questo caso definita blue zone) per raggiungere il Campidoglio. In parallelo resta l'allarme terrorismo, ancora al livello 2. «Si tratta dell'evento più delicato e con più agenti in campo di questo decennio per Roma», commenta un dirigente di polizia.

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