Roma, il Comune: «Subito cancelli anti-vandali». E fioccano no sul Campidoglio

Roma, il Comune: «Subito cancelli anti-vandali». E fioccano no sul Campidoglio
di Simone Canettieri e Laura Larcan
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Mercoledì 16 Novembre 2016, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 16:57

Lo spunto, l’ennesimo, è stato offerto dalla cronaca con lo sfregio all’Elefantino di piazza della Minerva. E ha accelerato un piano che sta prendendo corpo in queste ore, insieme all’immancabile dibattito che ne scaturisce. Ora il Campidoglio grillino è pronto a proteggere con cancellate e telecamere fisse i monumenti più esposti ai vandali ma anche ai bivacchi notturni.

Progetto controverso: il ministro Dario Franceschini anche in queste ultime ore ha parlato di maggiore videosorveglianza ma di piazze libere, senza armature. «C’è una lista con una decina di siti sensibili e vulnerabili sui quali vogliamo intervenire - conferma a Il Messaggero Marco Cardilli, neo delegato alla sicurezza di Virginia Raggi - con una protezione fissa o con un controllo elettronico mirato». Insomma, la zanna stroncata alla statua disegnata dal Bernini ha riaperto il file del «che fare?».

E cioè come coniugare la fruizione dei tesori a cielo aperto della Capitale con la loro tutela. Segue il tormentone «del lucchetto», che si ripropone puntuale.

I TEMPI
Cardilli, che è anche vice capo di gabinetto nella giunta grillina nonché delegato alla Protezione civile, fa una premessa ecumenica: «Le decisioni andranno prese di concerto con gli altri attori, a partire dal Ministero». Di sicuro però «occorre fare presto», aggiunge. Ecco perché qualche indizio concreto è atteso già nei prossimi giorni tra le pieghe del poco munifico bilancio del Comune, passato ieri proprio in giunta: «Cercheremo risorse, poi sottoporremo il piano agli altri enti». E’ così che Raggi vuole tentare di ricucire la «ferita» inferta alla città domenica notte? Potrebbe darsi. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha spronato il Comune a lavorare «di più sulla videosorveglianza e sulla sorveglianza in generale, anche perché è giusto che quei capolavori stiano nelle piazze».

Un indirizzo chiaro: totale fruibilità e massima sorveglianza, senza armature però. Dietro il «fattaccio» di piazza della Minerva si nasconde un mondo molto più complesso: l’insostenibile fragilità dei tesori dell’Urbe, così tanti, così grandi e piccoli (di dimensione) che pensare di metterli tutti al riparo in maniera preventiva risulta un’operazione più che complessa. Allora, bisogna ripartire dalla short list che sta passando di mano in mano in queste ore in Campidoglio, ma anche negli uffici della Sovrintendenza, almeno nei colloqui informali. «Penso alla statua di Giordano Bruno - riflette il “poliziotto” della giunta pentastellata - che di notte soffre la movida». Acqua calda, certo. Basta farsi un giro al calar del sole dalle parti di Campo de’ Fiori: ai piedi della statua del filosofo ardono le notti folli e alcoliche di romani e turisti. Poche regole e drink a profusione. Ne sa qualcosa, anche se era pieno giorno, la Barcaccia di piazza Navona nel match perso contro gli ultrà del Feyenoord. «In alcuni casi possono bastare telecamere fisse come deterrente, in altri servirà una protezione. Analizzeremo caso per caso con una mappatura alla mano. Di sicuro è impensabile proteggerli tutti nello stesso modo».

LA FASE DUE
Fin qui la prevenzione, poi c’è la fase due. «Per la repressione - prosegue il ragionamento l’uomo della legge della Raggi - i Comuni hanno libertà di manovra. Se serve un inasprimento delle pene? Per quanto riguarda l’azione amministrativa basta far rispettare le sanzioni, discorso diverso è quello dell’autorità giudiziaria che non compete a noi, però». Con il senno di poi in queste ore è scattata la domanda: come si sarebbe potuto salvare l’Elefantino dalla mano balorda del vandalo? O con una cancellata o con delle telecamere che ancora non sono in dotazione a Roma. Si tratta di occhi bionici che lanciano «un sos» alla centrale operativa appena un corpo si avvicina. «Ma in questo caso specifico - riflettevano lunedì in prefettura - sarebbe impossibile intervenire: sono troppi i turisti che si avvicinano anche solo per una foto, l’allarme scatterebbe in continuazione».

Il dibattito - gabbie sì, gabbie no - si ripropone in maniera ciclica. Un’armatura dovrebbe spuntare al Pantheon (progetto del Mibact) altre, secondo le prime idee del Comune, potrebbero spuntare intorno alle fontane e sulle gradinate delle basiliche così sole di notte da essere sempre più in pericolo. Perplesso e cauto il soprintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma Francesco Prosperetti, che aveva già espresso la sua contrarietà sulle cancellate a piazza di Spagna. Resta critico il sovrintendente ai Beni culturali del Comune di Roma Claudio Parisi Presicce secondo cui «le cancellate sono solo un elemento apparente di protezione. In realtà, finiscono per sottrarre i monumenti alla fruizione culturale. E questo alla lunga crea degrado: i cancelli non sono la soluzione. E hanno anche costi elevati».

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