Roma, campi rom da chiudere entro il 31 gennaio 2017: il piano del Campidoglio

Roma, campi rom da chiudere entro il 31 gennaio 2017: il piano del Campidoglio
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 27 Dicembre 2016, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 10:29

«Chiudiamo i campi e diamo una casa ai rom», disse l'ex sindaco Marino nel 2014, senza riuscire ad andare oltre l'annuncio ad effetto. Ora ci riprova la giunta di Virginia Raggi, sperando in maggior fortuna. La mission è sempre la stessa: smobilitare definitivamente le baraccopoli che accolgono rom, sinti e caminanti, osteggiate dai residenti e finite più volte nel mirino dell'Unione europea per le condizioni igieniche precarie e il degrado.
L'amministrazione pentastellata ha già bloccato l'appalto per la manutenzione e la vigilanza dei sei campi gestiti dal Comune, con una determina firmata appena prima di Natale. È stato sospeso anche il bando che avrebbe dovuto individuare un nuovo insediamento a Roma Nord. Tutto fermo. Perché il 16 dicembre scorso, un po' in sordina, la giunta M5S ha approvato una delibera che prevede «la chiusura dei centri di raccolta e dei campi Rom presenti nel territorio capitolino». Con un cronoprogramma serrato: «Entro il 31 gennaio 2017», si legge nel provvedimento, deve essere presentato il piano degli interventi per smantellare le baracche.
Il superamento dei campi era stato accennato dalla sindaca durante la presentazione delle sue «Linee programmatiche 2016-2020» in Assemblea capitolina, il 22 luglio scorso. Ora arrivano i provvedimenti attuativi. A inizio dicembre è stata ingaggiata perfino una superconsulente che ha lavorato con la Commissione Ue proprio sul tema dell'accoglienza dei Rom. Si tratta di Monica Rossi, con un passato all'Agenzia per l'istruzione e la cultura di Bruxelles, arruolata nello staff dell'assessore al Sociale, Laura Baldassarre (l'incarico è da 30mila euro l'anno).

LA COMMESSA
Proprio l'assessore Baldassarre, il 20 dicembre scorso, ha dato mandato agli uffici del suo dipartimento di congelare la gara «per la gestione sociale, gli interventi di piccola manutenzione e il servizio di vigilanza dei Villaggi di Roma Capitale». Un appalto da oltre 6 milioni di euro per la gestione delle strutture di Castel Romano, Via Salone, Via Lombroso, Via Candoni, La Barbuta e via dei Gordiani.
La commessa era già finita nel mirino dell'Autorità anticorruzione, che da novembre ha avviato un monitoraggio sulla procedura di gara e ha trasmesso un esposto sul tema alla Procura di Roma e alla Corte dei Conti.
Nel mirino dell'Anac era finito anche un altro bando pubblicato dal Campidoglio e ora bloccato. Si tratta della procedura per la creazione di una nuova «area attrezzata» a Roma Nord, «nel territorio del municipio XV o nei municipi limitrofi». La baraccopoli avrebbe dovuto accogliere 120 famiglie rom e sarebbe costata alle casse di Palazzo Senatorio 1 milione e 549mila euro.

LA DIRETTIVA
Anche questa gara però, subito prima di Natale, è stata fermata dal Comune. Nella determina firmata da Michela Micheli, la responsabile della Direzione accoglienza e inclusione di Roma Capitale, si legge che l'alt è arrivato direttamente dalla giunta. Il 20 dicembre scorso infatti l'assessore Baldassarre ha emanato una direttiva con cui «ha richiesto la sospensione della procedura, ritenendo contrario ai principi di efficienza ed efficacia proseguire nell'iter della gara».
La svolta, in realtà, è arrivata con la delibera approvata dalla giunta il 16 dicembre. Il provvedimento ha istituito un «Tavolo cittadino per l'inclusione delle popolazioni Rom». A questo organismo è stato affidato il compito di redarre entro il 31 gennaio «un piano di programmazione e progettazione di interventi di breve e lungo periodo per la graduale chiusura dei centri di raccolta e dei campi Rom presenti a Roma».
Nella delibera si legge che «l'attuale amministrazione ha più volte dichiarato di voler realizzare il superamento dei campi presenti a Roma», tanto che già a fine novembre è stata approvata una memoria «per l'avvio del processo di superamento dei villaggi della solidarietà, attraverso un cronoprogramma di azioni e attività affidato al Dipartimento Politiche Sociali».

GLI IMMOBILI
Tra gli interventi allo studio della giunta, c'è anche la possibilità di affidare alcuni immobili comunali ai rom che ne hanno fatto richiesta e che si trovano nelle graduatorie comunali. Un'idea che aveva lanciato, un paio di anni fa, l'ex assessore della giunta Marino, Francesca Danese. E che oggi riappare in Campidoglio con i Cinquestelle, tanto che la delibera approvata dal M5S coinvolge direttamente il Dipartimento Patrimonio e l'ufficio Politiche Abitative.