Cabina di regia per Roma: oggi il primo vertice, ma è già scontro sui fondi

Cabina di regia per Roma: oggi il primo vertice, ma è già scontro sui fondi
di Fabio Rossi
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Martedì 17 Ottobre 2017, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 15:00
I dossier da esaminare al ministero dello Sviluppo economico sono già pronti. Dei progetti per il rilancio della Capitale se ne parlerà a partire da questo pomeriggio, con la prima riunione del tavolo per Roma ideato e organizzato da Carlo Calenda. Al Mise ci saranno la sindaca Virginia Raggi, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, i rappresentanti del mondo delle imprese della Città eterna e i sindacati confederali, guidati dai rispettivi segretari generali. Sul piatto ci saranno le idee per far uscire Roma dalla stagnazione, donandole competitività, rendendola nuovamente attraente e invertendo quel trend che, negli ultimi anni, sta portando diverse aziende a prendere decisioni che le portano lontano dai sette colli.

LA STRATEGIA
Calenda è stato chiaro: nessuna «lista della spesa» per chiedere soldi da utilizzare per questa o quell'opera, ma un confronto sulle scelte strategiche per il futuro della metropoli. Proprio per evitare un balletto di richieste gli industriali avevano proposto la nomina di un commissario, sul modello dell'Expo milanese, per gestire i 2,6 miliardi di investimenti previsti nell'area nel prossimo futuro. L'idea però non piace per nulla al Campidoglio, con la sindaca non disponibile a soluzioni che possano anche lontanamente assomigliare a una guida esterna per l'amministrazione comunale.

La soluzione praticabile, a questo punto, sarebbe la creazione di una cabina di regia a tre - Calenda, Raggi, Zingaretti - incaricata di gestire l'intero procedimento, direttamente o tramite tecnici delegati. Anche se il timore, nel mondo produttivo, è che organismi di questo tipo possano essere ostacolati dal clima di campagna elettorale che ormai aleggia stabilmente sulla politica. «Vanno spesi immediatamente i soldi già stanziati su progetti chiari, fattibili, che si possano mettere in pratica nel tempo più breve possibile», sottolinea il presidente di Unindustria, Filippo Tortoriello. E i sindacati avvertono: «Speriamo che nessuno si voglia prendere la responsabilità di far saltare un'occasione così importante per la città», dice Michele Azzola (Cgil).

IL CONFRONTO
A porre qualche ostacolo sulla strada del tavolo potrebbe essere proprio la questione dei fondi. La maggioranza M5S che governa in Campidoglio nega di voler portare al tavolo la «lista della spesa» temuta da Calenda. Ma il capogruppo capitolino Paolo Ferrara parla di «una lista di cose importanti per la città», auspicando che «tutti gli enti preposti possano collaborare insieme per fare il bene di questa città». Il Campidoglio si sta concentrando su quattro dossier, di cui si è discusso anche ieri in un incontro preliminare tra i tecnici del Mise e quelli di Palazzo Senatorio. Il primo è quello delle infrastrutture materiali (dai parcheggi di scambio alla chiusura dell'anello ferroviario) che, però, sarà in buona parte escluso dal tavolo.

Poi c'è l'innovazione sociale, cioè la riqualificazione di zone periferiche della Capitale. Quindi il comparto dell'innovazione tecnologica: dalla banda larga al Wifi. Infine, il piano del Comune comprende la mobilità sostenibile. Complessivamente si tratta di un programma investimenti da 302 milioni in cinque anni, che il Campidoglio metterà in campo in ogni caso, ma che potrebbero diventare 700 con i progetti che potrebbero essere co-finanziati dal Governo. Ma se il discorso si dovesse soffermare principalmente sulle opere, e sui relativi finanziamenti, si uscirebbe fuori dal perimetro tracciato da Calenda, con conseguenze imprevedibili sul prosieguo dei lavori. Un'ipotesi che, negli uffici di via Veneto, vogliono assolutamente scongiurare.
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