Roma, «Gli appalti per le buche alle solite ditte amiche»: spunta il danno erariale

Roma, «Gli appalti per le buche alle solite ditte amiche»: spunta il danno erariale
di Michela Allegri
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Mercoledì 1 Marzo 2017, 07:41 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 08:26

Appalti pilotati a suon di mazzette, interventi realizzati con materiali scadenti. Risultato: le strade di Roma ridotte a una trappola per automobilisti, con buche grandi come voragini. Profonde quanto l'abisso scavato nelle casse del Campidoglio che, per i magistrati della Corte dei Conti, configura un danno erariale a tutti gli effetti. Mentre il versante penale del fascicolo su avvallamenti e bustarelle si definisce, con 18 indagati e 4 funzionari comunali già condannati, scatta anche l'inchiesta contabile. I magistrati di via Baiamonti stanno infatti facendo accertamenti in parallelo alla Procura. Nel mirino, i dipendenti pubblici che, per anni, hanno assegnato commesse a ditte amiche, sempre le stesse, con un uso frequente di procedure negoziate e, soprattutto, chiudendo un occhio sul pessimo servizio reso alla Capitale.

MATERIALI SCADENTI
Gli interventi in questione, infatti, riguardano la manutenzione del manto stradale, nelle vie del Centro e nelle aree della grande viabilità. I lavori sono stati realizzati da un ristrettissimo numero di imprese che, dopo aver vinto le gare allungando tangenti, hanno risparmiato sui materiali utilizzati, usando prodotti scadenti e mandando in fumo investimenti ingenti. Per i funzionari corrotti di Roma Capitale, finiti in manette nel dicembre 2015, le prime sentenze sono arrivate nel giugno dello scorso anno. Paolo Fornaciari e Doriano Carbonari, in servizio al XII e al X municipio, sono stati condannati in abbreviato a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Francesco Pantaleo, del dipartimento Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana (Simu), invece, ha patteggiato a 1 anno e 9 mesi. Per i pm Stefano Pesci e Alberto Pioletti, invece di supervisionare i lavori di manutenzione stradale, avrebbero favorito l'imprenditore Luigi Martella e il suo braccio destro Alessio Ferrari in cambio di mazzette. Venerdì scorso, di fronte al giudice è stata la volta di Stefano De Angelis, un altro funzionario del Simu. Per l'accusa, avrebbe intascato più di 100mila euro in tangenti. E' stato condannato a 5 anni. Le gare sospette finite nel mirino degli inquirenti e, ora, anche dei magistrati contabili, sono 33, per un valore che supera i 16 milioni di euro. Il sistema corrotto avrebbe funzionato indisturbato per anni, consentendo a un gruppo di imprese ristretto di vincere a rotazione gli appalti per la manutenzione stradale con ribassi fuori mercato.

LE CIFRE
I carabinieri del Noe hanno stimato un giro complessivo di tangenti che sfiora i 670mila euro. Il meccanismo illecito lo ha raccontato agli inquirenti uno degli imprenditori indagati in sede d'interrogatorio: «Al Simu via Petroselli è un vero sistema. Il progetto dell'appalto viene scritto con dei margini piuttosto larghi. Cosicché possono dire: puoi guadagnarci tu e posso guadagnarci io. Se non accetti ti rimandano indietro i lavori. Poi, si risparmia sia sullo spessore dell'asfalto impiegato che sulle modalità di messa in posa dei sampietrini».