Roma, Botticelle, cavalli lasciati al buio per giorni: indagati 38 vetturini per maltrattamenti

Roma, Botticelle, cavalli lasciati al buio per giorni: indagati 38 vetturini per maltrattamenti
di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 27 Aprile 2016, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:25


Ore ed ore, e a volte giorni senza vedere la luce. Nel buio pesto delle stalle senza finestre. Cavalli e puledri costretti ad aspettare l'apertura dell'uscio per intravvedere il sole. Il fascicolo aperto dalla procura di Roma sulla gestione delle botticelle, le tipiche carrozzelle romane, che gli animalisti chiedono di abolire, ha portato alla iscrizione nel registro degli indagati di 38 vetturini. Il pm Alberto Galanti procede per maltrattamenti di animali.

I REATI
Iscrizioni scattate dopo l'ultima informativa inviata a piazzale Clodio dagli investigatori del Nirda, il nucleo speciale per la tutela degli animali: luce scarsa nelle stalle, spazi angusti, e spesso riempiti anche da rifiuti. Ambienti quindi dannosi per gli animali. E talmente inadeguati da far ipotizzare un maltrattamento continuo.
Stalle allestite al Testaccio, all'ex Mattatoio, in locali dell'Università Roma Tre (che li rivendica per un atelier di artisti), e già da un anno e mezzo sotto sequestro. Così nel mirino sono finiti anche due funzionari, rispettivamente della Asl e del Campidoglio, che avrebbero avallato le irregolarità del deposito, invece, di denunciarle per sollecitare la chiusura.


LA SCUDERIA
Il sostituto procuratore Galanti che nell'ottobre 2014 aveva disposto il blitz della Forestale nelle stalle di Testaccio ha puntato l'attenzione anche sulla nuova scuderia di Villa Borghese (considerata transitoria) dove il Campidoglio, con fondi propri, pari ad oltre settecento milioni di euro, ha ultimato 121 stalle, poggiate su una grande piattaforma di cemento. Qui dovrebbero essere trasferiti a breve i cavalli.
Ma anche in questo caso, stavolta nonostante progetti e autorizzazioni, potrebbero celarsi altre anomalie, a partire da quelle sospette dell'impianto fognario delle letamaie costruite, come è noto, con l'autorizzazione di Comune e Soprintendenze, grazie allo sbancamento di una collina del Pincio protetta dall'Unesco.
 
IL SEQUESTRO
Il blitz dell'ottobre di due anni fa si era concluso con il sequestro della struttura e di due cavalli. Era stato disposto per verificare lo stato di salute di una settantina di cavalli usati per trasportare botticelle e turisti nel traffico caotico del centro storico. Gli investigatori della forestale dovevano accertarne le condizioni igienico sanitarie e, peggio, una sospetta tratta occulta di cavalli, su cui però non sono stati trovati riscontri, ma solo delle difformità sulla registrazione degli animali all'anagrafe equina. Due cavalli, inoltre, erano risultati privi del chip identificativo obbligatorio, che traccia la provenienza, i dati anagrafici e la proprietà. Le due bestie che erano stipate in altrettante stalle particolarmente buie e in cattive condizioni di nutrizione infatti erano state prelevate e affidate ai veterinari.

I PRECEDENTI
Intanto, a gennaio anche i tecnici dell'ufficio sicurezza Stabili privati del dipartimento Ambiente del Comune hanno passato al setaccio le stalle e hanno chiesto lo sgombero. In mancanza di «sicurezza statica», le rimesse paglia, fango e fieno vanno liberate perché non è più garantita «l'incolumità fisica degli occupanti». «I nostri cavalli godono di ottima salute» respingono però le accuse i vetturini. «Ricevono amore, cure e attenzioni. Sono il simbolo di Roma».