Dopo il blitz neofascista, il Gay Center chiede di mettere al bando le liste di Forza Nuova

Il blitz in piazza del Campidoglio
di Marco Pasqua
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Sabato 14 Maggio 2016, 14:08 - Ultimo aggiornamento: 20:15
«Mettere al bando le liste di Forza Nuova, non solo a Roma, ma in tutta Italia». E' la richiesta avanzata dal portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo, all'indomani del blitz omofobo della formazione di estrema destra nella sede dell'associazione a Testaccio. In una conferenza stampa, Marrazzo – ancora scosso per l'accaduto – ha sottolineato che in quelle liste sono presenti «persone che incitano all'odio, a partire dall'autore dell'assalto alla nostra sede, Alessio Costantini, candidato al consiglio Comunale». Per Marrazzo è urgente approvare «l'estensione della legge Mancino che tutela le persone omosessuali da attacchi dettati dall'odio». «Adesso mi aspetto che Giorgia Meloni e Matteo Salvini prendano le distanze da questo attacco», sottolinea l'esponente Glbt.

L'assalto. Il blitz di stampo neofascista è avvenuto ieri sera, quando Costantini ha affisso un volantino contro la legge sulle unioni civili, facendo irruzione nella sede del Gay Center, sotto gli occhi del portavoce, Marrazzo. Ad attenderlo, fuori, una decina di estremisti, che hanno bloccato l'entrata. Ma non è stata l'unica azione rivendicata dal candidato al consiglio comunale. Prima di Testaccio, infatti, Costantini, con alcuni militanti del movimento di estrema destra, aveva srotolato uno striscione sotto alla statua del Marco Aurelio, in piazza del Campidoglio, che recitava: “Unioni civili: la perversione non sarà mai legge”. Lo stesso messaggio riportato sul volantino affisso sulla porta del Gay Center e di una sezione del Pd. «Le azioni dimostrative di questa notte vogliono lanciare un messaggio preciso: la perversione non sarà mai legge – ha sostenuto l'esponente del movimento estremista - Il testo approvato nei giorni passati dal Parlamento per noi non ha alcun valore legale. Il primo atto da consigliere, se verrò eletto, sarà quello di bruciare in piazza del Campidoglio i registri delle unioni civili, come segno di rispetto verso Roma, Capitale mondiale della Cristianità e della civiltà europea».

La solidarietà. L'azione squadrista è stata subito condannata da vari esponenti di centrosinistra, oltre che da un rappresentante del governo, il sottosegretario Ivan Scalfarotto: «Il blitz – ha sottolineato il sottosegretario - è certamente il riflesso del livore e della rabbia impotente dei fascisti e degli oscurantisti causato dal grande passo avanti compiuto dall'Italia con la legge sulle unioni civili. Il tentativo di intimidazione conferma peraltro la virulenza e la pericolosità della cultura omofobica nel nostro Paese, e l'assoluta urgenza di riprendere il cammino per contrastare anche i crimini d'odio basati sull'orientamento sessuale, come già facciamo con quelli a sfondo razziale o religioso». Il candidato sindaco Alfio Marchini ha preso le distanze dall'attacco al Gay Center: «Ho detto mille volte che è insopportabile che nella mia Roma non si può essere liberi di dire quello che si pensa dopo l'aggressione a una coppia omosessuale avvenuta qualche tempo fa». Per Virginia Raggi, candidata grillina al Campidoglio, «chi calpesta diritti altrui calpesta la democrazia». Sul fronte istituzionale, non è mancato il sostegno del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, da tempo impegnato in progetti comuni con l'associazione: «La Regione Lazio è orgogliosa di sostenere da anni il Gay Center e il servizio anti omofobia Gay Help Line. Un luogo importante per garantire diritti e coesione sociale. Esprimo la mia solidarietà ai volontari e condanniamo con forza questa azione squadrista. La Capitale d'Italia non può accettare che nel 2016 esistano ancora squadracce che intimidiscono chi si impegna per contrastare discriminazioni e violenze e per promuovere i diritti». La senatrice del Pd, Monica Cirinnà, parla di un «attacco vigliacco» e ricorda quanto sia «urgente l'approvazione di una legge sull'omofobia come giusto corollario a quella sulle unioni civili». 

Per il Pd sono intervenuti – oltre a Roberto Giachetti, che ha visitato la sede dell'associazione Glbt - Giulia Tempesta, («gesto ignobile»), Michela Di Biase (che rivolge un appello al centrodestra affinché condanni l'assalto), Paola Concia («individuare subito i responsabili»), oltre alla presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi, che parla di «tremenda e inquietante intolleranza» e il consigliere regionale, Riccardo Agostini, per il quale «l'atto squadrista dimostra solo ignoranza». Francesco Spano, direttore dell'Unar, l'Ufficio nazionale anti discriminazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sottolinea che «chiunque creda ancora che l'omofobia possa essere un'opinione personale, dovrà capire che non c'è più spazio, nella società, per la manifestazione di simili aberrazioni».

«L'episodio non va sottovalutato: dopo appena 48 ore dall'approvazione della legge sulle unioni civili, già registriamo i sintomi di un'avversione e di una recrudescenza degli attacchi omotransfobici che durante il dibattito parlamentare avevamo avuto motivo di prevedere – dice Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay - La radicalizzazione delle posizioni sui diritti delle persone lgbt e in particolare l'ostentazione dell'omotransfobia da parte di certi politici hanno rafforzato quelle posizioni e iniettato benzina nei circuiti dei violenti. Per questo è necessario che il Parlamento calendarizzi il prima possibile la legge contro l'omotransfobia». 
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