Basta contare le bottiglie di birra in terra per averne una misura. Il degrado è evidente ma, paradossalmente, è nascosto dall'incuria. Il verde sembra essere stato dimenticato. Erbacce crescono spontaneamente, tanto alte da celare molto agli sguardi. E il loro sviluppo straordinario interessa anche i resti archeologici. Piante selvatiche e arbusti si inerpicano sulla Porta stessa e coprono gran parte delle Mura.
L'INCURIA
Alcune piante sovrastano i resti della porta onoriana. Sono lunghi i rampicanti che scendono dal sepolcro di Marco Virgilio Eurisace, risalente al I secolo a.C., che racconta la vita dell'uomo, fornaio romano, e, attraverso forma e decorazioni, l'arte della panificazione nell'antica Roma. A ridosso dell'area, in piazza di Porta Maggiore, venditori abusivi di merce di ogni tipo. Teli stesi sui marciapiede sono usati per mostrare - e se occorre, raccogliere in fretta - giacche, maglie, felpe, occhiali scuri. Tutti pezzi unici. Non mancano scarpe, telefonini o cover. Bracciali, sciarpe e bottiglie di acqua sono venduti da abusivi che si mescolano ai passanti. Un cartone è la base per giocattoli e antistress. La domenica mattina, il suk è ancora più frequentato. I residenti, ormai abituati allo scenario, passano senza curarsene: «Quest'area è abbandonata a se stessa», lamentano. Solo turisti e visitatori si stupiscono.
Sì perché la zona è meta di visite. Qui convergevano otto acquedotti. Qui furono edificati colombari e ipogei. Qui, appunto, la tomba di Eurisace, caso unico nella storia della città - e non solo - per la forma che richiama quella dei recipienti per la panificazione. E qui, poco distante, sotterranea, la cosiddetta Basilica Neopitagorica. Un tesoro nascosto, scoperto casualmente a seguito di un crollo verificatosi durante i lavori per la costruzione del viadotto ferroviario, proprio cento anni fa, nel 1917. Intorno - e sopra - a quel rinvenimento eccezionale la città è cresciuta. Purtroppo, anche il degrado.