Biglietti taroccati, maxi-truffa all'Atac per 600 mila euro

Biglietti taroccati, maxi-truffa all'Atac per 600 mila euro
di Adelaide Pierucci
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Martedì 21 Novembre 2017, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 20:16
C'era chi si occupava della falsificazione dei ticket Atac e chi di distribuirli sottobanco a rivenditori compiacenti. Tutto in barba alle devastate casse della municipalizzata dei trasporti, l'unica a rimanere fuori dall'affare. La procura ha presentato il conto alla rete di truffatori che un paio di anni fa avrebbero messo in commercio quasi mezzo milione di biglietti taroccati. Alle condanne dell'informatico ritenuto mente della frode, Massimo Muraglia, che ha patteggiato una pena a un anno e 8 mesi, e a quella di un edicolante di Prati, trovato in possesso di 1.261 biglietti contraffatti (condannato in abbreviato a 4 mesi), potrebbero presto aggiungersene altre.

La procura ieri ha chiesto di condannare i nove indagati processati col rito ordinario, tra cui due fiancheggiatori dei falsificatori e sette rivenditori con pene tra gli otto mesi e un anno e quattro mesi di carcere. Il giudice monocratico deciderà nei prossimi giorni. Secondo il pm Alberto Pioletti, Muraglia, insieme ai complici, avrebbe taroccato almeno 463 mila ticket dopo aver sottratto da un deposito 500 mila tagliandi di quelli usati per le prove di utilizzo. L'informatico, dipendente della Expotel (la società distributrice dei biglietti Atac con le macchinette alle stazioni), spalleggiato da Andrea Cortese, dipendente della Trafic Central (fornitrice di personale della Expotel) avrebbe stampato migliaia di tagliandi fasulli, dopo essersi appropriato di due stampanti di ticket in manutenzione presso il suo ufficio.

I COMPLICI
I biglietti poi sarebbero stati messi in circolazione da Stefano Feliziani, titolare di una edicola al civico 80 di viale Angelico, attraverso Fabrizio Centanni che si occupava, a sua volta, della distribuzione nel mercato nero parallelo. Da qui il coinvolgimento nell'inchiesta di sette edicolanti (tra cui un cinese e un indiano) titolari di attività in punti centrali, da Piazza Bologna a Corso Trieste, passando per Piazza Cornelia, fino a via di Villa Livia. La pena più alta è stata chiesta per Andrea Cortese, un anno e quattro mesi, quindi per Feliziani e Centanni, un anno ciascuno. Il rinvio a giudizio, firmato dal gip Giacomo Ebner, era stato disposto per tutti gli edicolanti a prescindere dalla quantità dei ticket falsi tenuti in bottega, come i 19 di Ce Sun o i 996 di Mario Palumbo. Parti civili Atac e Roma Capitale.
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