Roma, veleno nel biberon della figlia di 3 anni: la madre a giudizio

Roma, veleno nel biberon della figlia di 3 anni: la madre a giudizio
di Michela Allegri
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Martedì 6 Giugno 2017, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 19:09

Per due volte, ha tentato di uccidere la figlia di appena tre anni. Le ha sciolto nel biberon dosi massicce di benzodiazepine e potenti sedativi. Per questo motivo, dovrà rispondere a processo di tentato omicidio aggravato. La pm Eleonora Fini ha ottenuto che la donna, arrestata lo scorso gennaio e ancora detenuta, venga giudicata con rito immediato, saltando la fase dell'udienza preliminare. Per gli inquirenti, l'imputata, provando ad avvelenare la bimba, avrebbe cercato di attirare l'attenzione del marito per tenerlo vicino in un momento di crisi coniugale. Non è tutto. La madre avrebbe tentato in precedenza di uccidere anche le altre due figlie della coppia. Per questi episodi, però, è stata indagata a Napoli, dove risiede con la famiglia.

La bimba di tre anni aveva rischiato la vita a causa del micidiale cocktail di psicofarmaci. Si era salvata solo grazie ai medici dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, dove la piccola era stata trasferita dopo un ricovero avvenuto al Santobono di Napoli per una tromboflebite. I dottori partenopei avevano deciso di trasferire la paziente nella Capitale, per accertamenti più approfonditi. A Roma, tra le corsie del nosocomio, la madre aveva tentato di avvelenare la figlioletta. Erano stati proprio i sanitari ad accorgersene e a sporgere denuncia.

LA DENUNCIA
I fatti risalgono allo scorso dicembre. La bimba, arrivata in ospedale in uno «stato soporoso», come annotato nella cartella clinica, era andata in arresto cardiaco per la prima volta il 4 del mese. I medici, insospettiti, avevano effettuato una serie di analisi tossicologiche. Dalle urine era emersa la presenza nel corpicino di sostanze tossiche psicotrope, totalmente assenti dai piani terapeutici della bambina. Quindi, i sanitari avevano disposto il piantonamento della stanza della piccola. Il 18 dicembre, la bimba aveva avuto una nuova crisi.

Quindi, nei confronti dei genitori era scattata una denuncia seguita poi da un provvedimento di sospensione della potestà, mentre il Tribunale per i Minori di Napoli aveva stabilito il divieto di avvicinamento della coppia alla bimba ricoverata e alle altre due sorelline. Le bambine erano state trasferite in una casa famiglia e affidate ai servizi sociali. All'inizio di gennaio, la madre era finita in manette per tentato omicidio. Ora, è finita sotto processo. Dalle indagini è emerso che la donna, considerata capace di intendere e volere, sarebbe affetta da «sindrome di Munchhausen, un disturbo che affligge i genitori, perlopiù madri, spingendoli ad arrecare un danno fisico al figlio per farlo credere malato così da attirare l'attenzione su di sé», si legge nell'ordinanza d'arresto.

 
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