Roma, raccolta rifiuti ai privati: ecco il maxi-bando per bar, negozi e ristoranti

Roma, raccolta rifiuti ai privati: ecco il maxi-bando per bar, negozi e ristoranti
di Mauro Evangelisti
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Domenica 18 Febbraio 2018, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 10:02
La raccolta dei rifiuti in bar, ristoranti e negozi passa tutta ai privati. La gara di Ama è di quelle non proprio di poco conto: valore 151 milioni di euro per gestire tutta la raccolta dei rifiuti, indifferenziato compreso, nei quindici municipi di Roma. I lotti sono sedici, perché il primo (quello del centro storico) è stato diviso in due. La durata è variabile: per quattro municipi (VI, X, IX e VIII) è di 36 mesi, per gli altri di 18. Per spiegare quanto sia importante il bando di Ama che scadrà domani bisogna riscrivere le cifre: in gioco ci sono 151 milioni di euro più Iva spalmati in 18 e 36 mesi, mentre in un anno l'azienda incassa dalla Tari 700 milioni. Cosa sono le utenze non domestiche? La lista è lunghissima: ristoranti, bar, supermercati, generi alimentari, ipermercati, banchi dei mercati, discoteche, scuole, musei, biblioteche, alberghi, negozi, per fare alcuni esempi.

PRIMA
Attenzione, già fino ad oggi il porta a porta, in questo tipo di strutture, era esternalizzato, ma valeva solo per la differenziata; Ama ora affida anche la raccolta dell'indifferenziato a chi vincerà la gara (che non potrà essere un unico soggetto in tutta la città). Sintesi: tutta la raccolta con esclusione di quella nelle abitazioni passa ai privati. Una scelta che sembra stridere con le dichiarazioni che rilasciò il presidente Lorenzo Bagnacani, che a inizio del suo mandato spiegò: «Ama ha quasi 8mila dipendenti e il benchmark di mercato suggerirebbe che a Roma ne basterebbero la metà».

REPLICA
La spiegazione di questa mossa è semplice: Ama sta cercando disperatamente personale e mezzi da concentrare nel VI e nel X Municipio dove anche se ancora non è stata fissata una data prima o poi partirà il nuovo sistema di raccolta porta a porta hi-tech nelle case. Dunque, per le non domestiche si preferisce cedere tutto ai privati, costi quel che costi. Ad Ama, sulla scelta del maxi appalto per cedere tutta la raccolta nelle utenze non domestiche, danno queste motivazioni: «Le utenze servite saranno più che quadruplicate e ci sarà un forte incremento delle quantità di materiali differenziati raccolti che verranno avviati a riciclo. Il servizio prevede la raccolta, il trasporto e il conferimento presso impianti di trattamento dei rifiuti organici, multimateriale leggero (imballaggi in plastica e metallo), vetro, carta e cartone provenienti da attività di ristoro. Inoltre, grazie a una convenzione stipulata con Conip (Consorzio Nazionale Imballaggi Plastici) verrà effettuata per la prima volta una raccolta mirata anche delle cassette in plastica». Ancora: «Rispetto al precedente appalto ancora in corso (in 6 lotti) il bando in oggetto fissa un forte aumento delle utenze servite, che passano dalle circa 20.050 mila attuali ad oltre 85mila».

GESTIONE
E questo è il punto di vista dell'azienda. Anche se nel conto va messo che negli ultimi anni, la gestione della differenziata nelle utenze non domestiche (affidata comunque ai privati) ha spesso causato proteste da parte degli operatori. Riccardo Agostini, consigliere regionale di LeU, ha presentato una interrogazione su questa scelta. E solleva anche un problema sul bando: «I requisiti fissati non favoriscono la più ampia partecipazione al bando così come auspicato dal Codice degli Appalti escludendo totalmente dalla partecipazione le piccole e medie imprese locali e regionali».

Natale Di Cola, Cgil funzione pubblica ha chiesto un incontro all'azienda: «Di fatto è un'ammissione di sconfitta». In questi giorni tra l'altro l'Ama sta esternalizzando molti altri servizi: c'è anche un bando per trovare un privato che distribuisca i kit nelle case del VI e X Municipio (spesa oltre un milione di euro più Iva). Se è vero quello che disse il presidente Lorenzo Bagnacani sul numero dei dipendenti, non si poteva utilizzare il personale interno?
 
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