Bambino investito e ucciso a Roma, la famiglia era arrivata tre giorni fa

Bambino investito e ucciso a Roma, la famiglia era arrivata tre giorni fa
di Morena Izzo e Raffaella Troili
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Venerdì 7 Luglio 2017, 07:56

Jordan attraversava sulle strisce, a fianco allo zio e al papà. Forse giocherellava come faceva sempre, quando un'Audi A3 nera l'ha travolto su viale Palmiro Togliatti, incrocio con via delle Mimose. Il 29enne romeno al volante non si è accorto di lui, ha provato a continuare la sua corsa, alla fine si è fermato, quando i familiari del piccolo di 5 anni sono saliti sulla sua auto e l'hanno malmenato. Ma non c'era tempo di discutere, a bordo della stessa macchina che l'ha ucciso il piccolo è arrivato all'ospedale Vannini, in fin di vita. I medici hanno provato a rianimarlo ma non c'era più niente da fare.

«Pensavo fossero passati tutti», ha provato a difendersi il 29enne, che ha rischiato il linciaggio da parte dei parenti. Momenti di tensione anche davanti all'ospedale dove si sono radunati con i camper i tanti familiari di etnia rom. Da una prima ricostruzione, il 29enne avrebbe detto che si è fermato per poi ripartire. I familiari di Jordan dicono che non si è fermato, anzi. E che molti testimoni (l'incidente è avvenuto davanti a un bar) possono raccontare la verità. Davanti all'ospedale sono rimaste diverse pattuglie che hanno tenuto la situazione sotto controllo. A occuparsi dei rilievi è la polizia municipale. L'auto del 29enne, un incensurato, è sotto sequestro. Il giovane è stato sottoposto ai test sull'assunzione di alcol e droga. E' probabile che sia denunciato per omicidio stradale. La famiglia di Jordan, i Salkanovic, era arrivata da Milano tre giorni fa a trovare dei parenti, «siamo abituati a girare» ha spiegato sconvolta la madre. Si erano appoggiati in via Casilina, dove sono gli autodemolitori di Centocelle. «Ma i vigili urbani ci hanno mandato via, neanche il tempo di far mangiare i bambini, così siamo finiti con il camper sulla Togliatti». La mamma di Jordan era «a fare un'impegnativa dal dottore per un'altra figlia» a pochi metri da dove è avvenuta la tragedia.

I TESTIMONI
«Ho sentito delle grida strazianti, mi sono affacciato alla finestra e ho visto quel bimbo in braccio ad un uomo. Era ricoperto di sangue. Una scena che non potrò mai dimenticare». Si asciuga gli occhi Aldo, un cinquantenne che abita in via Sebastiani a pochi passi dall'incrocio con via delle Mimose. Quell'uomo «si è subito fermato, voleva prestare soccorso al bambino racconta una residente - A dire la verità non gli hanno lasciato il tempo di farlo. Una persona l'ha cacciato dalla macchina e ha cominciato a picchiarlo. E' stato l'inferno. Poi hanno portato il bambino in braccio al Caffè Liberty, il bar qui davanti ma le condizioni erano disperate, allora lo hanno riportato sotto la fontanella. Hanno provato a buttargli acqua addosso, è rimasto sangue ovunque, poi di corsa sono saliti sulla macchina dell'investitore e sono scappati in ospedale».

 
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