L'attività d'indagine, svolta dalla quarta sezione della squadra mobile, è stata particolarmente complessa e delicata perché i fatti avvenivano all'interno delle mura domestiche e i due arrestati erano assolutamente insospettabili. Lo zio e l'amico cercavano di conquistare la fiducia delle vittime che erano incapaci di capire cosa accadeva e confondevano atti sessuali con manifestazioni d'affetto.
Gli abusi risalgono a parecchi anni fa, adesso una delle vittime è maggiorenne, le altre due no, ed è stata lei a distanza di così tanto tempo a denunciare lo zio e l'amico di famiglia. I due approfittavano dei momenti in cui si trovavano soli con le bambine per costringerle a subire atti sessuali e molestie.
L'indagine svolta, basata essenzialmente sui racconti delle ragazze e confermata dai riscontri ottenuti attraverso l'attività tecnica, ha consentito di acquisire elementi di accusa che hanno portato agli arresti.
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