Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip Maddalena Cipriani su richiesta del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del sostituto Cristiana Macchiusi. Pornografia minorile aggravata, detenzione e cessione di materiale pedopornografico, sono i reati contestati nell'atto. L'analisi della cronologia dell'applicativo informatico Skype ha poi consentito di accertare che l'indagato, in passato, ha ceduto file pedopornografici ad altri utenti della rete internet, verosimilmente ragazze minorenni, ciò al fine di adescarle e indurle in tal modo al compimento di atti sessuali. Sbarra aveva cercato di non far analizzare quel computer ai militari dell'Arma: quando infatti carabinieri lo andarono a prendere a casa, l'uomo si precipita verso il pc poggiato sulla scrivania. Lo afferra e lo getta dalla finestra dell'abitazione al primo piano, sperando forse di cancellare le tracce della sua attività pedopornografica. Gettandolo il computer dalla finestra Sbarra, cliente delle due baby squillo, sperava forse di cancellare le tracce della sua attività pedopornografica. Ma così non è stato. Quindi la nuova tappa dell'operazione «Ninfa» portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci.
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