Agnese, faccia pulita, coda di cavallo e una sciarpona annodata al collo, è stata sentita in maniera protetta in un'aula di Piazzale Clodio mentre da un'altra aula veniva seguita in videoconferenza dagli indagati e da una schiera di legali. «Una volta», ha raccontato, «io e la mia amica abbiamo incontrato altre due ragazze che gestiva Ieni. Noi sapevamo quello che facevano e loro di noi». «Ma voglio ribadirlo- ha aggiunto poi l'adolescente - mia madre non sapeva nulla della prostituzione. Pensava che spacciassi. Per un periodo le ho dato cento euro al giorno, ma solo perché era in difficoltà economica. E quando mi spronava a muovermi, come risulta dalle intercettazioni, lo faceva per mandarmi a scuola e non ai Parioli».
LA MADRE
E' stato questo uno dei momenti più toccanti dell'udienza. Tra gli indagati presenti, oltre a cinque clienti tra cui il commercialista Riccardo Sbarra e Marco Galluzzo (che era anche il pusher delle due ragazzine) c'era anche la madre di Agnese, una quarantenne finita in manette con la pesante accusa di aver favorito la prostituzione minorile della figlia. «Mi piaceva l'idea di fare tanti soldi e farli in modo rapido e senza faticare troppo», ha sostenuto Agnese davanti al gip Maddalena Cipriani. «Ho visto che la mia amica si poteva permettere tutto. Acquistava vestiti di marca e cellulari di ultima generazione: volevo farlo anche io». «Ai clienti che mi chiedevano l'età dicevo di avere 18, 19 anni. A conoscere la verità credo fosse solo Mirko Ieni. Lui dovrebbe averlo intuito». Con l'incidente probatorio delle due ragazze (Angela, la più grande 16 anni, è stata sentita due giorni prima) si avvia alla chiusura il primo filone di inchiesta sul giro delle baby squillo. Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il sostituto Cristiana Macchiusi potrebbero chiedere il giudizio immediato per i cinque arrestati e per i primi clienti identificati. L'unico indagato che potrebbe uscire di scena è Patrizio Plos. Angela lo ha detto chiaramente: «Lui non era un cliente. Abbiamo avuto una storia. E non ne voglio parlare». E il passaggio di uno spinello e di una dose di coca non erano il pagamento.
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