Baby squillo, i clienti vip, tra cocaina, ricatti e regalini

di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 2 Luglio 2014, 01:05 - Ultimo aggiornamento: 14:11
Studio in viale Parioli, clienti ricchi, vacanze in yacht a Ponza, e la passione sfrenata per le lolitine. E' un commercialista, il dottor Riccardo Sbarra, 35 anni, modi eleganti e amante del lusso, il cliente simbolo del giro romano delle baby lucciole. Di sicuro il più sfrontato, tra i clienti condannati nel primo filone d'inchiesta. «Adoro le lolitine», confessava via Skype il dottor Sbarra firmandosi «papy».



Non a caso per il suo pallino per le ragazzine definito «allarmante» dal gip, si è visto recapitare in venti giorni due misure cautelari e ieri pure la condanna più pesante tra i clienti: sei anni di carcere. Rispondeva di prostituzione minorile ma anche di detenzione e cessione di materiale pedopornografico tentato favoreggiamento della prostituzione. Nel suo pc fatto volare dalla finestra al momento dell’arresto, i carabinieri hanno recuperato ventimila file a tema. «Goliardate pescate sul web», si era difeso assistito dagli avvocati Agostino Mazzei e Piergiorgio Micalizzi.

Come gli altri clienti, Sbarra non lasciava nulla al caso.



BABY SQUILLO I CLIENTI VIP

con le baby, rapporti e compensi si trattavano prima, o direttamente con il protettore, Mirko Ieni, o nel seminterrato di viale Parioli con le due ragazzine ben istruite sui tariffari. C’è poi chi non si accontentava di essere un cliente come gli altri. L'imprenditore Marco Galluzzo (che ha avuto tre anni e quattro mesi), sposato e padre di tre figli, per esempio, a volte le prestazioni, magari in motel, le saldava con la cocaina. Tanto da essere schedato dalle due liceali come «Bambus» nella sezione dell'IPhone dedicata ai clienti. «Vorremmo il regalino buono», si raccomandavano loro. Cocaina che consumavano il sabato sera in discoteca, extra-servizio, per poi tornare a casa all'alba col taxi.



Per alcuni l’accusa si basa su un unico incontro accertato. E’ il caso di Mario Michael de Quattro, scenografo, condannato a quattro anni, che si era spinto a ricattare una delle ragazzine: «Dammi mille e cinquecento euro oppure racconto quello che fai a tua madre». Ma la fotografia di un incontro isolato, senza ulteriori contatti, corrisponde anche a Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone, altri due professionisti con famiglia a carico, condannati a un anno di carcere. Sammarone, che ha sostenuto di aver rinunciato al rapporto perché l'ambiente non gli era sembrato abbastanza signorile, era stato intercettato durante le trattative. Aveva chiamato al cellulare una delle due adolescenti per concordare la «prestazione informandosi sui prezzi («150 - 200») e sulle modalità e dopo aver accertato che la ragazza era carina, si recava in viale Parioli dove la incontrava», era stata la ricostruzione degli inquirenti.



SESSANTA INDAGATI

Ora il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Cristiana Macchiusi stanno scavando nel secondo filone d'inchiesta che ha portato all'individuazione di un'altra carrellata di clienti, sessanta in tutto, tra i quali il marito della parlamentare Alessandra Mussolini, Mauro Floriani. In dieci hanno già presentato istanza di patteggiamento. Non Floriani, però. «Non sapevo che fossero minorenni», si è giustificato al momento della prima convocazione in Procura.