Roma, metro, stop ai furbetti del badge: arriva l'obbligo di timbrare per gli autisti

Roma, metro, stop ai furbetti del badge: arriva l'obbligo di timbrare per gli autisti
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 27 Aprile 2016, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 10:50

Ancora lui, il badge. La tessera da strisciare a inizio e fine turno, sconosciuta, fino a luglio, ai macchinisti della metropolitana di Roma, tanto che appena introdotta scatenò tre settimane di sciopero bianco, con le corse dei treni al rallentatore e un “boom” improvviso di guasti segnalati (+200%), ora è pronta a salire a bordo, con un vidimatore piazzato all'interno delle cabine di guida. L'obiettivo è doppio: controllare che, durante il periodo di servizio, i conducenti siano effettivamente al timone dei convogli. E quindi, indirettamente, aumentare le ore di guida dei dipendenti Atac e anche il numero delle corse.

IL DOCUMENTO
La municipalizzata dei trasporti ha presentato al tavolo con i sindacati una proposta per modificare «l'attestazione di presenza del personale viaggiante». In sostanza i conducenti di metro A, B e delle ferrovie urbane, dovrebbero registrare la presenza a lavoro dall'interno della cabina di guida. E non più (o soltanto) all'esterno, attraverso i tornelli. L'obiettivo è mettere fine a quel malcostume, piuttosto diffuso tra chi guida i treni metro della Capitale, di cambiare con disinvoltura i turni senza comunicarlo ufficialmente all'azienda. Manovre sotto banco, che aggirano i controlli degli uffici del Personale e che non assicurano ad Atac di conoscere esattamente chi si trova nella cabina di guida dei convogli. Un'abitudine che potrebbe far sorgere dei rischi anche dal punto di vista della sicurezza. «L'usanza è piuttosto comune - confida un macchinista della linea A - Tanti da anni sono abituati a cambiarsi i turni per poter scegliere il capolinea vicino casa o l'orario più comodo».
Anche l'obbligo di strisciare il badge introdotto l'estate scorsa, così come è stato strutturato, non riesce a garantire all'azienda di verificare che i turni siano rispettati. Perché la card viene “passata” sui tornelli all'ingresso dei depositi. Ma da quel momento, fino alla fine del turno, nessuno ha contezza di dove i conducenti siano effettivamente.
 
BUS E TRAM
Ben diverso invece il meccanismo che controlla la presenza degli autisti dei bus e dei tram, che dal settembre del 2014 sono obbligati a registrarsi appena mettono piede all'interno dell'abitacolo, attraverso una macchinetta chiamata Sige. L'azienda poi, attraverso il sistema gps installato sulle navette, riesce sempre a controllare in tempo reale il percorso effettuato, comprese eventuali deviazioni e soste prolungate al capolinea.

L'INCREMENTO
Lo stesso principio che ora i vertici di via Prenestina sono intenzionati a trapiantare sulla metro, attraverso il badge o un altro sistema di verifica. Anche perché, controllando in tempo reale la presenza in servizio, potrebbero aumentare anche i tempi di guida dei conducenti. E quindi le corse per gli utenti. Già da quando è stato imposto di timbrare il cartellino, le ore in cabina, secondo Atac, sono cresciute del 5%. Ma la strada per avvicinarsi ai ritmi di Milano è ancora lunga. Con il badge a bordo dei treni, forse, si fa prima.