Aurelia Sordi, il broker di famiglia: «La servitù l'aveva isolata dal mondo»

Aurelia Sordi, il broker di famiglia: «La servitù l'aveva isolata dal mondo»
di Marco Carta
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Giovedì 11 Maggio 2017, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 12:00

«Con Alberto Sordi avevo rapporti formali. Mentre con sua sorella Aurelia il legame era più affettuoso. Anche se dopo l'estate del 2012 le cose sono cambiate. Non me la facevano più vedere». Si è aperta con una vera e propria accusa contro la servitù che prestava servizio presso la famiglia Sordi la testimonianza del broker finanziario Giovan Battista Faralli nel processo sull'eredita del celebre Albertone. Una vera e propria faida fra eredi, in cui sono imputate dieci persone, accusate, a vario titolo, di aver attinto dal patrimonio del popolare attore, ingannando la sorella 97enne, morta nell'ottobre del 2014. «Ho conosciuto Annunziata Sgreccia (segretaria storica di Sordi, ndr) nel 1998, prima per Alberto poi per Aurelia», ha spiegato Faralli, testimone dell'accusa, che per circa 12 anni ha gestito il patrimonio da 40 milioni di euro dell'attore. Un tesoro che Sordi avrebbe voluto confluisse nella Fondazione Giovani, pensata per sostenere attori esordienti, ma che negli ultimi anni di vita di Aurelia, senza giustificazioni, è andato ad «ingrossare» le tasche di chi le stava vicino.

Tanto che Faralli nel 2013, dopo aver scoperto che l'autista peruviano Artadi era diventato il titolare di una procura generale per amministrare tutti i beni di casa Sordi, decide di denunciare tutto alle autorità competenti. «Aurelia di solito faceva vacanze di un mese. Nel 2012 rimase fuori tre mesi, da luglio ad ottobre, con tutta la servitù. Normalmente andava in montagna a Scanno da un'amica e rimasi stupito che quell'anno fra le mete ci fossero anche Venezia, Rimini e Sorrento. Quando ad ottobre Aurelia è tornata dalle vacanze, il rapporto con lei è cambiato. Di fatto, la servitù non me l'ha fatta più vedere». Nel corso dell'udienza, di fronte al giudice monocratico Maria Elena Mastrogiacomo, Faralli ha potuto rispondere solo alle domande del pm Eugenio Albamonte, rimandando alla prossima occasione il confronto più atteso: quello con i legali di Arturo Artadi, l'autista factotum, che prima di essere denunciato da Faralli, siedeva accanto a lui e ad Aurelia nella Fondazione Museo istituita nel 2011.