È la giornata della svolta, o della resa dei conti in Atac. Si riunisce oggi l'ultimo consiglio d'amministrazione dell'era del dimissionario Danilo Broggi e all'ordine del giorno campeggia un mare magnum di questioni, tra cui, prima di tutto, l'approvazione del Bilancio 2014 (da sottoporre all'assemblea dei soci del 9 ottobre) e la spinosa vicenda della gara per l'acquisto dei nuovi bus, passati nel frattempo da 700 a 400, e che ha scatenato scintille tra il neo-assessore ai Trasporti Stefano Esposito, e il direttore generale Francesco Micheli: il primo vorrebbe che si trattasse di un leasing “operativo”, ovvero comprendente nel capitolato anche la manutenzione dei mezzi e non un leasing semplicemente finanziario, della serie «ti fornisco l'autobus, ma poi se si rompe ci pensi tu». L'IMPASSE
Un'impasse non da poco su cui stamani, alle 11, saranno chiamati a esprimersi i cinque consiglieri di amministrazione.
LA SOLUZIONE
Ma la soluzione potrebbe essere trovata così: subito i primi 15 bus a piazzale, poi si vada pure avanti con il bando da 150 autobus in leasing (il via libera oggi), ma quello che era il secondo lotto per altri 250 mezzi - tanto ormai non si farà più in tempo per il Giubileo - costituirà un bando a parte. Che discuterà il nuovo cda. Alle 14 nell'agenda di Esposito l'incontro “chiarificatore” con Marino. «Le mie dimissioni? Una favola immaginata da chissà chi», taglia corto l'assessore che ieri sera era alla riunione dei pendolari della Roma-Lido pronto a rispondere a ogni bordata. «Ora l'importante è che si approvi il bilancio». Chiusa l'era Broggi, Marino dovrà mettere mano al nuovo cda. Difficile pensare che ci sarà una corsa a occupare il posto di ad di una società in acque agitate (emblematico il guasto che ha paralizzato la metro A lunedì e su cui sono state aperte due inchieste, una interna e una della Procura): non è escluso che si attinga da una figura dirigenziale interna. Ipotesi che, con il taglio dei consiglieri da 5 a 3, in ottica di spending review, non farebbe male.