Primo: ha violato il punto 5 del codice etico dell’Atac patecipando a una trasmissione tv - Porta a Porta - andata in onda lo scorso 2 dicembre «senza essere stata preventivamente autorizzata dalle funzioni aziendali competenti, né averne dato informativa». Secondo, durante la trasmissione, indossando la divisa aziendale e dunque «presenziando in qualità di dipendente Atac e rendendosi riconoscibile al pubblico», invitata dal conduttore a intervenire su tematiche di carattere generale, seppur correlate al tema della mobilità, ha offeso pesantemente i vertici e l’azienda. In particolare - rimarca la contestazione disciplinare - ha espresso testualmente: «Ai vertici aziendali si mangiano tutti i soldi»; «...faremo il panico, non a Roma, non all’Atac, ma in tutta Italia...»; «Atac scarta pneumatici che vengono acquistati da ditte private per metterli sugli autobus dei privati...».
GIUSTIFICAZIONI
Avendo violato obblighi e doveri fondamentali cui è tenuta come lavoratore subordinato, la Quintavalle è invitata a dare le sue giustificazioni sull’accaduto entro 5 giorni dal ricevimento della lettera. L’Atac si riserva alla fine «ogni opportuno provvedimento come previsto dalla legge e dal regolamento». In televisione era già andata, ma stavolta non è passata inosservata, la pasionaria delle proteste Atac, al quarto anno di medicina, leader della lotta partita dal basso, che tiene a distanza anche i vecchi sindacati, usando video e socialnetwork per convocare e invitare alla lotta i colleghi autisti e macchinisti, «perché lavoriamo in condizioni allucinanti». E che, soprattutto, ha annunciato mobilitazioni a livello nazionale, blocchi del traffico a Roma per Natale («Cancellandoci dal quadro degli straordinari e occupandoci della nostra famiglia dal 17 al 24 dicembre» scrive - sogna - sulla sua bacheca facebook) e puntato l’indice contro i vertici dell’Atac e contro l’ipotesi di privatizzazione della quale si è parlato anche di recente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA