Collasso Atac, 50 linee tagliate tra guasti, debiti e scarafaggi

Collasso Atac, 50 linee tagliate tra guasti, debiti e scarafaggi
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 5 Agosto 2016, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 6 Agosto, 17:46

«Abbiamo bus che possono girare soltanto a destra», racconta un operaio delle officine di Atac. «Quando la vettura svolta a sinistra, basta prendere una buca e l'impianto va in corto circuito. A quel punto non funziona più l'acceleratore e dobbiamo portare il mezzo in rimessa». Benvenuti a Roma, la città che secondo un'indagine dello Spiegel ha «i trasporti pubblici peggiori d'Europa». L'estate del 2016 rischia di essere quella del tracollo. E per la sindaca Virginia Raggi, dopo il caos rifiuti, è in arrivo un'altra emergenza niente male. Soltanto negli ultimi giorni si è registrato un picco di guasti che ha riguardato oltre 50 linee, lasciando appiedati migliaia di romani e turisti in tante zone della città. La pagina Twitter della municipalizzata ieri sembrava un bollettino di guerra: una sfilza di «corse soppresse».
Ma è la punta dell'iceberg. Perché ogni anno le officine interne riparano oltre 180mila guasti. La metà sono causati dall'asfalto sconnesso. Le famose buche, altro male atavico della Città eterna. Non è un caso se perfino le navette più recenti della flotta Atac, quelle acquistate tra 2013 e il 2014, abbiano nel 90% dei casi il telaio già danneggiato in più punti. E pensare che la commessa è costata alle casse della partecipata 115 milioni di euro solo tre anni fa.

 

ARIA CONDIZIONATA
Con il caldo, poi, le cose peggiorano. La metà dei guasti che si è registrata negli ultimi giorni riguarda l'aria condizionata. Un bel problema perché centinaia di mezzi, quelli acquistati nel 2003, non hanno proprio i finestrini. «Se si rompe l'impianto, il termometro schizza fino a 50 gradi», racconta un autista. Anche in questo caso, c'entrano le buche: perché a furia di prendere colpi dall'asfalto, le tubature dei condizionatori, che passano sotto all'abitacolo, si sfaldano. «A volte i meccanici se la cavano alla MacGyver - dice un conducente - ma non sempre possono fare miracoli».
Se molti bus cadono a pezzi, la colpa è anche dell'età media decisamente elevata: «10,2 anni», dice l'ultimo report interno. Molte vetture hanno già macinato oltre 700mila chilometri. Ecco perché su 1.920 autobus, oltre 700 restano parcheggiati nelle rimesse per malfunzionamenti. In questi giorni, nelle strade di Roma, ne stanno circolando appena 800, anche per via della riduzione estiva. Ma pesano anche i guasti, che si traducono in centinaia di corse in meno. Nel corso del 2015, tra bus, tram e filobus Atac ha ammesso di avere perso «7 milioni e 587mila vetture/km» rispetto a quanto aveva programmato.
E la metro è messa ancora peggio: molti treni hanno le ruote deteriorate. E se non verrà avviata una manutenzione nel giro di qualche settimana, entro dicembre sulla prima linea verrà cancellato il 40% delle corse. «Taglieremo 2 treni al mese da settembre», hanno scritto in una relazione riservata spedita in Campidoglio i vertici di questa municipalizzata da 12mila dipendenti dove però solo la metà del personale lavora al volante di un bus o nella cabina di guida di un treno.
 
Per la metro A servirebbero 18 milioni di euro. Subito. I lavori avrebbero dovuto partire già a giugno. Ma quei fondi, causa elezioni, sono stati congelati. E ora non ci sono più. «Se non partono i lavori entro agosto, da settembre dovremmo tagliare le corse», ha detto ieri in Commissione Trasporti, Marco Rettighieri, l'ex general manager di Expo chiamato a febbraio dal Campidoglio per rimettere in carreggiata l'azienda del Tpl romano. Una mission impossible che però non lo spaventa. «Ce la faremo», dice spesso il diggì. Ma la strada è lunga.
Il problema è sempre lo stesso: mancano i soldi. E quindi i ricambi. Per anni ne sono stati comprati di più rispetto a quelli necessari. Tanto che la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta proprio sugli acquisti «gonfiati» dei pneumatici. A beneficiarne, guarda caso, era la ditta di un funzionario di Atac in aspettativa. Anche per via delle spese allegre del passato, oggi i soldi in cassa sono pochi. Atac ha un debito da 1,3 miliardi. Oltre 700 milioni verso i fornitori. Che non sono più disposti a prestare i pezzi a perdere, senza garanzie sui pagamenti. Anche le nuove gare, finalmente avviate in piena trasparenza, hanno tempi lunghi. Il bando per acquistare 150 nuove navette è ancora bloccato. Le prime avrebbero dovuto arrivare per l'inizio del Giubileo. Arriveranno, forse, nel 2017.

INCENDI E BLATTE
Nel frattempo si guastano 500 bus al giorno. Nell'ultimo mese, in quattro sono andati a fuoco. Il motivo? L'olio scivolava nei motori roventi e il contatto ha innescato l'incendio. Oltre 100 mezzi poi sono stati invasi dagli scarafaggi. Il problema è nato nel deposito di Acilia, per colpa di un canale (che scorre su un terreno di proprietà del Comune) mai disinfestato. Ma si è già allargato a un'altra rimessa, alla Magliana, perché qualcuno ha spedito qui i bus del deposito infettato. Problema risolvibile, se solo gli addetti alla pulizia, arruolati da una società esterna per 23 milioni di euro all'anno, si presentassero sul posto di lavoro. Invece i turni programmati con l'impresa che si era aggiudicata la commessa, il Cns (di cui fa parte anche la Coop 29 giugno, ex regno di Buzzi e Carminati) in molti casi non venivano effettuati. Anche su questo sta indagando la Procura. Intanto le blatte sono libere di scorrazzare tra i sedili di oltre 15 linee. Senza biglietto, come il 25% dei passeggeri di Atac.