I SISTEMI
Ci sono due sistemi di spaccio biglietti falsi. Biglietti venduti attraverso vendite dirette, come le biglietterie Atac e le macchinette. E in parte attraverso un distributore, quello denunciato, che per conto di Atac va in giro e mette i ticket nelle rivendite. Nel caso dell’edicolante, quindi, è stato l’intermediario a far entrare nel sistema i biglietti fasulli. Almeno secondo quando ha denunciato l’esercente che ha mostrato anche la bolla di consegna. Un business che secondo gli esperti è cominciato almeno dodici anni fa. Arrivando a sfiorare un fatturato occulto pari a circa il 25% dei 350 milioni derivanti dalla vendita dei biglietti, che fanno quasi 90 milioni l’anno.
IL NODO DA SCIOGLIERE
Quando un biglietto viene stampato, il suo codice viene associato a una lista bianca. Se ci fosse la timbratura del ticket con l’inserimento in una seconda lista, la black list, che dovrebbe servire a cancellare il codice del biglietto così da non poterlo più utilizzare, non si potrebbe perpetrare la truffa. Perché l’algoritmo a cui è associato il codice di ogni biglietto verrebbe eliminato, vanificando così la possibilità di fare un clone, un doppione. Ma a quanto pare nessuno ha fatto mai nulla, nonostante i reclami di molti funzionari Atac che spingevano per creare questa black list. Insomma, nessuno ci ha mai voluto mettere il naso. Una miniera d’oro che avrebbe consentito a molte persone, e partiti, di arricchirsi.
IL PROBLEMA
A partire dai primi anni del Duemila alcuni consiglieri avevano iniziato a raccontare la storia della doppia bigliettazione, perché qualcuno se n’era accorto e i riscontri avevano messo in allarme l’azienda. Ma il vero «problema» nasce nel 2010 quando arriva la Finanza e da gossip, la notizia si trasforma in una realtà oggettiva. Ci sono state molte inchieste negli ultimi anni, anche interne, però - raccontano dall’azienda - sono sempre state insabbiate. Ci sono anche manager di Atac con milioni di euro in conti bancari a San Marino, sui quali ci sono indagini ancora aperte. E c’è un interesse trasversale della politica a vari livelli, perché qualcuno della dirigenza (colluso con il sistema) è riuscito ad allargare il business, coinvolgendo destra e sinistra. Pecunia non olet, il denaro non ha odore.
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