Ariccia, padre di 80 anni uccide il figlio dopo una lite: «Chiedeva sempre soldi, ero esasperato»

Ariccia, padre di 80 anni uccide il figlio dopo una lite: «Chiedeva sempre soldi, ero esasperato»
di Eugenia Belvedere
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Sabato 21 Maggio 2016, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 15:46


Tragedia famigliare a Cecchina in via Cancelleria nel tratto che ricade nel comune di Ariccia. Un uomo di 80 anni ha ucciso il proprio figlio di 54 con un attrezzo da falegname. Il padre, Michele Andreano di professione artigiano, nel corso di una lite con il figlio Giuseppe, ha cercato di difendersi colpendo il suo aggressore con il primo arnese che ha trovato, un trapano. La discussione sarebbe scoppiata nel primo pomeriggio all'interno dell'attività di famiglia. I due, come hanno poi raccontato i vicini in seguito, non erano nuovi a queste liti.

IL RIFIUTO
Il figlio Giuseppe, con problemi psichici e dedito al bere, chiedeva soldi in continuazione. Una situazione divenuta ormai insostenibile per l'anziano padre che, ieri ha opposto un deciso rifiuto all'ennesima richiesta. Il figlio Giuseppe lo ha così aggredito e dalle parole è passato ai fatti, tentando di strangolare l'anziano padre. L'uomo si è difeso colpendo il figlio al collo con un trapano avvitatore. Giuseppe è morto in pochi minuti, dissanguato. Michele è corso fuori dalla falegnameria coperto di sangue chiedendo aiuto: «L'ho ammazzato, aiutatemi vi prego».

 

I SOCCORSI
Dall'abitazione che si trova sopra la falegnameria sono subito accorsi la moglie e l'altro figlio di 40 anni. A chiamare le forze dell'ordine sono stati alcuni vicini della famiglia nella cui abitazione Michele ha atteso l'arrivo dei soccorsi. Sul posto sono arrivati il magistrato di turno, dottor Giovanni Taglialatela ed il medico legale. Con loro anche il comandante della Compagnia carabinieri di Castelgandolfo, capitano Emanuele Tamorri. Una volta rimossa la salma dell'uomo, che era in cura presso il Cim, è stata trasportata presso il Policlinico di Tor Vergata, dove sarà sottoposta all'esame autoptico.
 
LA RICOSTRUZIONE
Michele, ora in stato di choc, è ricoverato all'ospedale di Albano dove i carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo lo hanno raggiunto per porlo in stato di fermo con l'accusa di omicidio. Per ora, mentre gli accertamenti sono ancora in corso, gli inquirenti non escludono il dolo. Mentre i medici lo medicavano per le ferite riportate nel corso della colluttazione, l'uomo avrebbe raccontato che prima di tentare di strangolarlo il figlio lo avrebbe anche minacciato con una piallatrice. Spaventato si è così difeso con la prima cosa che ha trovato sul banco da lavoro. Ed è proprio su quel banco che i soccorsi hanno trovato riverso il corpo di Giuseppe ormai privo di vita e il trapano coperto di sangue.

I PRECEDENTI
La famiglia Andreano è da tempo conosciuta dalle forze dell'ordine proprio per quel figlio Giuseppe, amante delle arti marziali e del bere che non smetteva di chiedere soldi ai genitori. L'ultimo intervento qualche mese fa quando i carabinieri hanno disarmato il figlio che con un piccone minacciava gli anziani genitori per questioni, sembrerebbe, inerenti la futura eredità e la gestione dell'attività di famiglia.

I militari diretti dal tenente Alessandro Iacovelli stanno continuando le indagini per accertare l'esatta dinamica dei fatti.