Amanti, sale giochi e mazzette: l'ex commissario di Ostia amico del boss Spada

Amanti, sale giochi e mazzette: l'ex commissario di Ostia amico del boss Spada
di Michela Allegri e Alessia Marani
4 Minuti di Lettura
Sabato 30 Luglio 2016, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 08:53

L'ossessione per le slot, gli appuntamenti con l'amante, i favori continui al ras delle sale gioco amico dei malavitosi di Ostia: eccola la parabola dissoluta dell'ex primo dirigente del Commissariato del Lido finito ai domiciliari per corruzione, falso ideologico, accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione del segreto d'ufficio. Antonio Franco, romano, 54 anni, dal 2009 al febbraio di quest'anno era stato a capo dell'avamposto di polizia nel X municipio sciolto per mafia. Invece di vigilare, secondo le indagini della Dda coordinate dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dal pm Mario Palazzi, avrebbe favorito gli interessi del «corruttore» Mauro Carfagna, classe 1975, amministratore di alcune società (Star games, Lucky break e Star vegas) di sale giochi, ora in carcere, avvisandolo degli imminenti controlli nei locali, spendendosi per fargli ottenere pratiche amministrative, suggerendogli come comportarsi per evitare guai. L'inchiesta va avanti dall'agosto 2015 al febbraio 2016. Carfagna è pronto a tutto pur di mantenere i buoni rapporti con «il comandante», anche a farsi carico dell'affitto per l'appartamento di viale Paolo Orlando 52 nel quale il dirigente di polizia s'incontra con una giornalista del posto, Silvia Gonfloni, indagata per false dichiarazioni. Per lui, per una questione di «delicatezza», paga almeno 4mila euro di pigione. Franco cerca di ottenere informazioni private dal sistema informatico a carico dell'ex compagno della donna e nell'auto di questo tenta di far posizionare un gps senza esito «per l'eccessivo ingombro del pacco batterie di alimentazione».

 

LA SMANIA
Franco è ossessionato dalla smania di giocare. «Vai alla sala di via Orlando, ci sono due o tre macchinette che sono cariche, gonfie gira la maniglietta e controlla come stanno», gli dice Carfagna, intercettato «con l'intento - annota il gip Simonetta D'Alessandro - di favorirlo in una vincita al gioco». «Oggi pure il commissario ha giocato, eh (...) che se vuole dà e revoca!», commentano poi Carfagna e i suoi collaboratori. «Il commissario si è sfragnato, ci ha messo 1000 euro in due ore». E ancora: «E' la quarta volta che va a giocare 500 euro a botta».
 
LA MALAVITA
La Squadra Mobile mira ai legami di Carfagna in cerca di soldi e protezione con Ottavio Spada, detto Marco, dell'omonimo clan che tiene banco sul litorale, e con Roberto Pergola il negro, ex della Banda della Magliana, a cui, a corto di liquidità si rivolge. A proposito di Spada, il gip non ha dubbi: «Non solo s'interessa della gestione del bar (interno alla Star Vegas di via delle Canarie, ndr), ma è una sorta di protettore e socio occulto delle sale gioco». Sia Franco che il suo autista, Emiliano Ardovini, indagato per rivelazione di segreti d'ufficio, si adoperano per informare Carfagna di imminenti verifiche. «Sta a arriva' il matto», dice l'autista a proposito di un collega al contrario solerte. Il 4 gennaio 2016 Carfagna avvisa Franco che alle 9 lo hanno convocato in commissariato dopo un controllo. «Non ti preoccupare vieni alle 12 che ci sto pure io», risponde lui. Tutto viene sistemato. L'11 gennaio Franco allerta l'imprenditore di un accertamento in vista e gli suggerisce di occultare la presenza di Spada, e del suo bar abusivo. «Stanno a venì là (...) in borghese (...) metti il cartello bar in allestimento e spegni i televisori (...) fai usci' Spada», gli dice al telefono. Carfagna a fine gennaio ottiene anche di eludere l'esecuzione di uno sfratto esecutivo, impedendo - per il tramite dell'assistente amministrativo Piera Tupini - l'intervento della forza pubblica in ausilio dell'ufficiale giudiziario. La donna è indagata per abuso d'ufficio, commesso su istigazione di Franco. Il comandante si prodiga anche, aggiungono gli inquirenti, «per la rapida e positiva conclusione di pratiche d'interesse del Carfagna (rilascio di autorizzazioni di una sala slot al Tuscolano e di passaporti). Altri due agenti, Mario Soldi e Claudio Simonetti sono indagati.