Roma, l'Anticorruzione: «In Comune c'è ancora illegalità». Sotto inchiesta 122 dipendenti

Roma, l'Anticorruzione: «In Comune c'è ancora illegalità». Sotto inchiesta 122 dipendenti
di Lorenzo De Cicco e Giuseppe Gioffreda
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Mercoledì 18 Gennaio 2017, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 16:45
A due anni dal ciclone giudiziario di Mafia Capitale che ha scardinato gli equilibri della politica romana, il Campidoglio è ancora infiltrato dal malaffare. La promessa di «cambiare tutto» con cui la pattuglia pentastellata ha scalato il colle del Marc'Aurelio deve fare i conti con «un contesto tuttora caratterizzato da situazioni di corruzione e di maladministration in diversi ambiti dell'organizzazione, oggetto di ulteriore indagine da parte della magistratura». La denuncia arriva dall'ultimo rapporto annuale dell'Anticorruzione comunale, guidata dal vicesegretario Mariarosa Turchi. Gli episodi corruttivi riportati nel dossier spedito all'Anac di Raffaele Cantone, anche quest'anno, «hanno interessato trasversalmente tutti i settori dell'amministrazione».
Dall'Anagrafe ai lavori pubblici, dal verde al sociale. «Anche l'anno 2016 - si legge nel rapporto - è stato contraddistinto da diverse inchieste giudiziarie, alcune delle quali sono tuttora in corso». Compresa quella sull'ex capo del Personale, Raffaele Marra.

I DIRIGENTI INCRIMINATI
I numeri del 2016 registrano una vera e propria escalation di violazioni e denunce. Non solo perché ci sono 43 dirigenti su 206 indagati («uno su quattro», ha detto ieri la sindaca in tv). Raddoppiano anche le infrazioni al codice dei dipendenti capitolini (dalle 150 del 2015 alle 337 del 2016); raddoppiano le segnalazioni per reati corruttivi, passate da 26 a 54, così come il numero di dipendenti per cui sono state aperte inchieste interne per fatti penalmente rilevanti (da 61 a 122). Per abuso di ufficio nel 2016 si è proceduto 21 volte, 16 per corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, 8 per corruzione per l'esercizio della funzione e altrettante per rifiuto o omissione di atti di ufficio. Tre dipendenti sono stati licenziati, cinque sono stati sospesi dal servizio con busta paga azzerata, quattro sono stati multati. Sono stati 120 invece i lavoratori sanzionati per aver violato il codice di comportamento.
Tra i quasi 24mila dipendenti di Palazzo Senatorio, accusa l'Anticorruzione capitolina, deve ancora essere «sviluppata e rafforzata una nuova cultura della legalità», anche se nel corso degli ultimi due anni, dopo l'inchiesta sul Mondo di mezzo, sono aumentati gli anticorpi e soprattutto «le misure di prevenzione». Ma ancora non basta per amministrare una città che «si conferma teatro di una presenza che vede interagire e coesistere, dal punto di vista delle attività criminali, fenomeni di tipo diverso, con la possibilità di condizionare e influenzare l'operato degli amministratori».
L'altra criticità che sembra ostacolare l'attuazione delle misure anticorruttive, per la direzione Trasparenza, è proprio «la dimensione e la complessità» della macchina amministrativa capitolina, «ancora impegnata nell'attuazione del Piano di rientro dal debito». Una macchina che negli ultimi mesi è stata sottoposta a una sfilza di cambiamenti, a partire dalla macrostruttura, la gerarchia dei dirigenti, «interessata da ripetute modifiche anche a seguito della recente gestione commissariale e dell'insediamento della nuova amministrazione» guidata da Virginia Raggi.

POLTRONE VUOTE
A rallentare i ritmi di una macchina già di per sé pachidermica, sono anche alcune scelte (o meglio: non scelte) della giunta M5S. Tra le «circostanze che costringono ad operare in condizioni di particolare difficoltà organizzativa e talora depotenziano le specifiche misure di prevenzione progettate ed attuate», il rapporto inserisce anche la «mancanza di alcune figure fondamentali per lunghi periodi di tempo», a partire dal «capo di Gabinetto» - postazione rimasta vuota dal 1° settembre, con le dimissioni del magistrato Carla Raineri. Un'assenza che pesa, insieme a quella del direttore generale (scelto proprio in questi giorni nella figura di Franco Giampaoletti), che produce effetti dannosi, «generando una del tutto atipica complessità nel governo dell'ordinaria azione amministrativa». Azione tormentosa, in questi primi mesi di consiliatura: «Le attività sono state contraddistinte da una particolare complessità e dalla repentina alternanza di alcuni componenti degli organi di governo», annota ancora l'Anticorruzione. Come a dire: la girandola di poltrone, tra siluramenti, dimissioni e indagini giudiziarie, non aiuta certo a governare Roma.