La rotazione di sedi e reparti contro gli abusi: gli agenti sul piede di guerra

La rotazione di sedi e reparti contro gli abusi: gli agenti sul piede di guerra
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 4 Gennaio 2015, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 09:53
Quando il 5 settembre scorso il comandante della Polizia locale di Roma, Raffaele Clemente, ha presentato il piano sulla rotazione dei vigili urbani, erano passate appena 72 ore dall'arresto di un agente per tentata concussione ai danni di un commerciante. E infatti la riforma della turnazione dei vigili, che dopo 7 anni dovranno lasciare il proprio ufficio di appartenenza, nasce proprio per evitare casi di corruzione. Non a caso l'operazione è stata benedetta prima dal dipartimento Trasparenza del Campidoglio e poi dall'Autorità nazionale Anticorruzione, con il presidente Raffaele Cantone che ha parlato del nuovo piano dei turni come di «uno strumento positivo che riduce la possibilità di episodi di malaffare». I vigili però non hanno gradito. E negli ultimi tre mesi hanno protestato con decine di assemblee, manifestazioni, perfino una raccolta firme che ha chiesto le dimissioni del comandante. Che però, col placet del sindaco Marino, non ha voluto retrocedere di un millimetro.



TRASFERIMENTI OBBLIGATI

In cosa consiste il piano? In pratica, con le nuove norme, dopo 5 anni per i funzionari e 7 per gli agenti, ogni dipendente sarà costretto a cambiare l'ufficio e il territorio di appartenenza. Questo per evitare che la permanenza all'interno di uno stesso quartiere, con le stesse mansioni, per un periodo di tempo troppo lungo possa dare vita a relazioni privilegiate che in qualche modo inneschino gli abusi. Insomma l'obiettivo della rotazione è allentare il più possibile i vincoli territoriali che si sono costruiti nel tempo.

Il piano, già adottato in decine di città italiane come Milano, Palermo e Firenze, prevede che gli spostamenti possano avvenire solo in aree e municipi totalmente diversi: per esempio un agente del gruppo di Montesacro, zona nord di Roma, potrà essere trasferito al Casilino, alla periferia Sud-Est della città. E lo stesso accade per chi lavora nei reparti speciali: un vigile dello SPE, il reparto della Sicurezza pubblica ed emergenziale, dovrà invece spostarsi al Gruppo di pronto intervento traffico o al GSSU, il gruppo per la sicurezza sociale e urbana.

Secondo il nuovo regolamento i primi a trasferirsi saranno gli agenti che da più anni lavorano all'interno dello stesso gruppo e a parità di anni di servizio si muoverà prima l'agente più anziano. Le prime circolari di trasferimento sono state firmate il 20 dicembre per un centinaio di funzionari e dirigenti. E nei prossimi 22 mesi toccherà agli 850 agenti in servizio. Poi sarà la volta di tutti gli altri 5mila dipendenti del Corpo.

«WHISTLEBLOWING»

Non solo rotazione: il piano si basa su cinque punti che, oltre ai trasferimenti, istituiranno anche la tracciabilità delle attività degli agenti, la formazione del personale, il monitoraggio da parte di un responsabile del piano e il cosiddetto «whistleblowing», che permetterà ai vigili di un reparto di segnalare gli illeciti di un collega o di un superiore. La nuova normativa infatti offrirà una tutela legale ai lavoratori che denunciano le irregolarità nel caso subiscano una ritorsione da parte del denunciato. Si tratta, come ha spiegato proprio il presidente dell'Anticorruzione Cantone «di uno strumento che negli Stati Uniti ha funzionato benissimo e che consente a tutti i cittadini di segnalare gli illeciti senza essere esposti a rivalse».



LE PROTESTE

Gli agenti però hanno alzato le barricate contro le nuove norme. «Non siamo corrotti, abbiamo le mani pulite» hanno gridato nelle manifestazioni di protesta delle settimane scorse. Secondo il sindacato Arvu la nuova turnazione poi «sarebbe applicabile solo al personale dirigente e non ai funzionari». Ma in realtà su questo punto l'Authority di Cantone un mese fa ha spazzato via i dubbi e infatti già dall'11 gennaio i primi 108 dipendenti verranno trasferiti.