Roma, dietrofront Ama: via libera all'inceneritore di Colleferro

Roma, dietrofront Ama: via libera all'inceneritore di Colleferro
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 22 Giugno 2017, 07:50
Inceneritore e 5 Stelle, ecco un caso Pizzarotti anche a Roma. L'Ama a guida M5S, con un presidente scelto da Virginia Raggi, dice sì all'inceneritore di Colleferro. E nel gruppo consigliare ora potrebbe esserci una nuova epidemia di mal di pancia, visto che, per fare un solo nome, la consigliere comunale pentastellata Monica Montella (www.monicamontella.it) sul suo blog aveva scritto in passato: «Il Movimento 5 Stelle a Roma vuole riconvertire l'impianto di termovalorizzatore della Società Ep Sistemi Spa di Colleferro in una fabbrica dei materiali come luogo del riuso. Roma vuole considerare i rifiuti come materiali post consumo».

VALZER
Peccato che lunedì, nel corso del consiglio di amministrazione di Ep Sistemi, la società al 40 per cento di Ama proprietaria di una delle due linee dell'inceneritore di Colleferro, il presidente della municipalizzata Lorenzo Bagnacani abbia votato a favore del revamping, vale a dire dei lavori di ammodernamento per riaccendere l'impianto. A guidare la scelta una ragione soprattutto economica (e qui continua il parallelo con Pizzarotti, accusato dai 5 Stelle di non essersi opposto all'entrata in funzione dell'inceneritore a Parma) perché Ama, confermando il no, avrebbe rischiato di perdere 11 milioni di euro.
Cosa è successo? L'impianto di Colleferro è autorizzato per bruciare 220mila tonnellate di combustibile da rifiuti. Ha due linee: una di proprietà di Lazio Ambiente (società regionale), l'altra di Ep Sistemi, società al 60 per cento di Lazio Ambiente e al 40 per cento di Ama. Sono urgenti lavori di revamping (ammodernamento) e da febbraio l'inceneritore è fermo, così Roma è costretta a mandare il materiale in inceneritori di altre regioni e anche all'estero. A dicembre Ep Sistemi decide la ricapitalizzazione di 5,8 milioni di euro per consentire i lavori e Ama versa subito la sua parte, circa 2,8 milioni. Secondo i programmi, a novembre sarebbero finiti i lavori e l'inceneritore sarebbe stato riacceso. Solo che subito dopo esplodono i problemi nel movimento e l'allora amministratore unico dell'Ama, Antonella Giglio, anch'ella di nomina M5S, è costretta a frenare, benché i 2,8 milioni di euro siano già stati stanziati. Fa sapere a Ep Sistemi che il revamping non si può fare. Se non si fosse opposta, gli fanno capire i pentastellati, sarebbe stata rimossa. Poi, però, con la nomina di un nuovo cda Antonella Giglio viene ugualmente mandata a casa, probabilmente perché considerata troppo vicina all'ex assessore all'Ambiente, Paola Muraro. Il nuovo presidente è Lorenzo Bagnacani. Lunedì ha partecipato all'assemblea di Ep Sistemi e ha cambiato la linea dell'Ama, votando a favore del revamping. Da una parte probabilmente è stato compreso che per alcuni anni l'inceneritore sarà ancora utile (nel Lazio l'unica alternativa è quello di San Vittore, in provincia di Frosinone), dall'altra è stato constatato che le banche, con l'impianto fermo, avrebbero potuto prendersi 11 milioni di euro della fidejussione. Un danno troppo pesante, ha prevalso il realismo. Il problema è che comunque il no dell'Ama ha fatto perdere tempo e dunque la fine dei lavori slitta a marzo 2018 e fino ad allora bisognerà pagare impianti (e trasporto) fuori regione.