Rifiuti, un miliardo di Tari mai pagata; nel bilancio del Comune spunta un buco nei conti Ama

Rifiuti, un miliardo di Tari mai pagata; nel bilancio del Comune spunta un buco nei conti Ama
di Fabio Rossi
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Martedì 12 Aprile 2016, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 17:19

Più di un miliardo di euro evasi dalla tariffa rifiuti negli ultimi sei anni: per capirci, il costo di oltre un anno di contratto di servizio dell'Ama perso tra bollette mai pagate, arretrati di difficile riscossione, evasori ormai scomparsi dai radar dell'azienda. Nel bilancio 2016 del Campidoglio ci sono dati allarmanti sulla riscossione dei tributi locali. E in particolare sugli incassi della Tari, che finanzia l'intero servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti dell'azienda di via Calderon de la Barca. Il buco, questa volta, si trova alla voce “residui attivi”: nel freddo linguaggio della contabilità potrebbe addirittura essere considerato come dato positivo, trattandosi di crediti che l'amministrazione vanta nei confronti di privati cittadini, aziende ed esercizi commerciali. Ma in gran parte si tratta di soldi che non saranno mai più recuperati. E che costringono il Campidoglio, ogni anno, a sottrarre fondi dal proprio bilancio per finanziare l'Ama, compensando l'evasione tariffaria: la tariffa pagata dai romani dovrebbe coprire l'intero costo del ciclo dei rifiuti, ma gli ammanchi devono essere coperti da Comune.

LE CIFRE
Nei documenti contabili di Palazzo Senatorio compare una cifra inquietante: 1.319.363.865 euro. Si tratta della somma dei bollettini ancora non pagati dai romani - cittadini e aziende - tra il 2010 e il 2015, conteggiati al 13 gennaio scorso. Ora, anche volendo ridimensionare il dato del 2015, che in gran parte è dovuto dal ritardo nella contabilizzazione dei bollettini pagati a fine anno, arriviamo comunque intorno al miliardo di evasione, con una media di oltre 150 milioni annui: insomma non è stato incassato più di un quarto della tariffa complessiva (3,8 miliardi) che sarebbe stata a carico degli utenti privati in questi sei anni.
 

IL RECUPERO
Questo senza considerare gli esenti dal pagamento dalla Tari - scuole, strutture comunali ecc. - che nello stesso periodo di tempo hanno “costretto” il Campidoglio a sobbarcarsi un contributo complessivo di 141 milioni. Il miliardo mancante potrà comunque essere recuperato, seppur in parte, grazie alle procedure di accertamento e recupero crediti che Campidoglio e Ama hanno avviato, anche in collaborazione con Equitalia, per riscuotere gli arretrati. Ma sui risultati è lecito dubitare. Basti pensare che se per il 2014 restano ancora da riscuotere 193 milioni e rotti, la cifra complessiva degli arretrati scende non di molto per gli anni precedenti - per i quali c'è stato più tempo per avviare le azioni di recupero - fino a un minimo di quasi 103 milioni ancora da incassare per il 2011. Tutto ciò mentre il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca ha da poco autorizzato l'Azienda municipalizzata per l'ambiente a stampare i bollettini della Tari relativi al primo semestre del 2016. Su questo punto il commissario è stato chiaro: il recupero dell'evasione tariffaria è in cima alle priorità amministrative.

LA SVALUTAZIONE
Un aspetto molto importante della gestione dei residui è la valutazione della loro attendibilità: è infatti importante che l'ente cancelli dall'importo dei residui iscritti a bilancio per l'anno successivo quelle voci di entrata che prevede di non incassare o di recuperare solo in parte. Per questo il Campidoglio, nella manovra di previsione di quest'anno, ha accantonato 255 milioni nel fondo crediti di dubbia esigibilità: una sorta di salvagente per i conti, dove vengono scritte quelle somme che, pur inserite nel bilancio alla voce crediti, sono invece destinate a non essere mai realmente disponibili.
 
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