Allarme separazioni conflittuali, gli esperti: «A Roma aumentano i rifiuti immotivati dei figli»

Allarme separazioni conflittuali, gli esperti: «A Roma aumentano i rifiuti immotivati dei figli»
di Raffaella Troili
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Martedì 22 Luglio 2014, 23:35 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 00:05
I genitori fanno i capricci, i figli diventano giocattoli da strapparsi dalle mani, strumenti di potere, ricatto, rivalsa. Accade che donne e uomini, adulti, pensino di chiudere una storia e cancellare anche il legame di un genitore con la prole. Nascono rifiuti immotivati, situazioni costruite a tavolino, dove a farne le spese sono i soggetti più deboli, i figli. Mira a studiare le situazioni di rifiuto immotivato, ossia di contatto con il genitore da parte di un minore, in caso di separazioni conflittuali, la ricerca che viene presentata oggi mercoledì 23 luglio alla Camera dei deputati, dalle 9 alle 14, palazzo San Macuto, sala del Refettorio, dal titolo "Prevenire e curare la rottura delle relazioni genitoriali" organizzata dall'Ordine degli avvocati di Roma, dall'associazione Animec e condotta dal garante dell'infanzia e dell'adolescenza del Lazio Francesco Alvaro con la collaborazione di Marisa Malagoti Togliatti, ordinario di psicologia dinamica delle relazioni familiari della Sapienza e dalla dottoressa Anna Lubrano Lavadera.



SETTE MUNICIPI

La ricerca realizzata dalla Sapienza per conto del garante viene presentata al convegno "Il rifiuto del minore verso il genitore non convivente" e monitora i casi arrivati all'attenzione dei servizi sociosanitari del territorio di Roma su mandato del Tribunale ordinario o del Tribunale per i minorenni. I dati si riferiscono al triennio 2008/2011, raccolti su un campione di 7 servizi sociali municipali (interessati i municipi IV, VI, VII, IX, XII, XIII, XV) e su un campione di casi in cui è presente un rifiuto del figlio sentenziati nello stesso triennio da tribunale ordinario e dei minorenni. Rifiuti immotivati dunque indotti, gli addetti ai lavori ritengono che troppo spesso un figlio si rifiuti di incontrare un genitore senza alcun motivo. Da qui l'esigenza di andare a scavare, andare a vedere cosa c'è dietro certi silenzi, dinieghi, porte chiuse. "Aumentano i casi di rifiuto anche perché non esiste il riconoscimento scientifico e giuridico della Pas (sindrome alienazione parentale) - spiega l'avvocato Pompilia Rossi che ha organizzato l'incontro assieme ai colleghi Deborah Impieri, Lello Spoletini e Matteo Santini - aumentano i genitori che lamentano una mancata frequentazione, legata a condizionamenti messi in atto per far si che un genitore venga alienato dal figlio. Anche la Corte europea ha rimproverato l'Italia: nei processi non si forniscono strumenti adeguati per superare queste problematiche".



I DATI

Nel triennio sono state individuate 106 famiglie romane interessate da una situazione di rifiuto immotivato di contatto con genitore da parte del figlio. Nella maggior parte dei casi (84,7%) il genitore rifiutato e' il padre (dato questo che - evidenziano gli esperti - va correlato al fatto che le madri sono i genitori collocatari prevalenti). "Si conferma il dato che il genitore rifiutato e' solitamente quello non collocatario". Le situazioni di rifiuto, rileva l'indagine, interessano per lo più genitori di nazionalità italiana (94% i padri, 95% le madri); quanto all'età dei genitori la maggior parte (59,3%) dei padri rifiutati ha un'età compresa tra i 41 e i 60 anni, mentre l'età delle madri (51%) e' compresa tra i 26 e i 40 anni. Il totale dei figli coinvolti nelle situanti prese in esame e' di 158 (69 maschi, 82 femmine). Le famiglie interessate sono composte in maggioranza (60,4) da un unico figlio, nel 30,2 dei casi i figli sono 2, nel 9,4 sono 4. Di fronte a un rifiuto immotivato i genitori si rivolgono al tribunale ordinario o per i minorenni a seconda dei casi in egual misura: nel 47% dei casi sono le madri, nel 48% i padri, nel 5 per cento il ricorso e' presentato da entrambi. In quasi tutte le situazioni la motivazione dei ricorso riguarda la gestione della frequentazione tra figli e genitore non collocatario (regolamentare il diritto, difficoltà di incontro, interruzione della frequentazione, sottrazione del minore). Molto elevata (65%) la richiesta di affidamento da parte di un solo genitore, in 33 casi la richiesta proviene dalla madre, in 11 dal padre.



L'INADEGUATEZZA

Affidamento, frequentazione, il report del garante dell'infanzia analizza i provvedimenti stabiliti dal giudice spesso sulla base del parere di un consulente tecnico d'ufficio o del servizio sociale (34,7). In 11 casi (15,4) il giudice ha fatto riferimento all'inadeguatezza di un genitore; nel 22,2 al contrario ha sottolineato la necessità di salvaguardare una particolare figura genitoriale. In generale le motivazioni relative alla salvaguardia del rapporto tra il genitore e il figlio sono quelle prevalenti (41,6). In 13 casi il giudice segnala l'assenza di un rapporto tra un genitore e il figlio; in 12 casi l'inidoneità di entrambi i genitori. "In nessun caso il giudice ha riconosciuto la presenza di maltrattamento verso il figlio".



Nel 97,6 per cento dei casi sono stati disposti percorsi specialistici. Nell'89 per cento dei casi l'indagine dei servizi sociali, nel 55,6 una consulenza tecnica d'ufficio. Nella maggior parte dei casi (58,4) e' stato ascoltato il minore.



IL RISCHIO EVOLUTIVO

Terapie individuali, mediazioni familiari, monitoraggi, sostegno alla genitorialita le misure successive. Sempre fallimentare la mediazione familiare, più positivi gli spazi neutri di incontro (solo il 30 % dei casi comunque). Gli interventi prevalenti restano il monitoraggio degli assistenti sociali e lo spazio neutro. "Spesso viene prescritta una psicoterapia per il figlio a dimostrare la condizione di rischio evolutivo o danno già in atto in cui si trovano questi minori".