Vermicino, morto il pompiere eroe: il ricordo del collega che visse il terribile soccorso di Alfredino

Vermicino, morto il pompiere eroe: il ricordo del collega che visse il terribile soccorso di Alfredino
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 30 Giugno 2017, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 12:06

«Aveva un cuore grande Nando, grande come il coraggio che spese per cercare di salvare Alfredino». Cordano Sabelli, ex vigile del fuoco in pensione dal 26 luglio 2006, ha lavorato per quasi di dieci anni braccio a braccio con il pompiere di Roma che nel giugno del 1981 tentò di tutto per tirar via dal buco nero e profondo più di 60 metri il piccolo Alfredino Rampi.

E con lui, con Nando Broglio, ha trascorso quelle interminabili e drammatiche ore per cercare di salvare il piccolo dal pozzo di Vermicino. «Quando arrivò la chiamata da Frascati - ricorda Cordano - io ero distaccato al centro di via Genova mentre Nando era al Tuscolano II. Una volta arrivati sul posto, Nando da subito ha cercato di mettersi in contatto con il bambino, è stato l'unico che ha sempre mantenuto un contatto con Alfredino», mentre i soccoritori facevano di tutto per trovare il modo più veloce di entrare in quel pozzo. 

«Le operazioni - aggiunge ancora Sabelli - si mostrarono subito complicate: il pertugio era troppo stretto, passarono delle ore, giorni interi e Nando non ha mai perso il controllo, non si è mai lasciato andare alla disperazione o allo sconforto». Al contrario, quel vigile del fuoco scomparso all'età di 77 anni per un arresto cardiaco «ad Alfredino gli ripeteva per dargli forza: "Sono Nembo Kid adesso vengo a prenderti, non ti preoccupare"». «Con noi c'era sempre la mamma di Alfredino, la signora Franca, il bambino purtroppo aveva una mano dietro la testa e una sotto il sederino, non poteva muovere le braccia - ricorda ancora Sabelli - gli mandavamo con una cordicella del latte e Nando sempre lì a presidiare ogni operazione».

La scomparsa di Broglio ha lasciato un vuoto in tutto il corpo dei vigili del fuoco. Quell'uomo, rispettato e stimato anche da chi di lui ne ha soltanto sentito parlare, «ha rappresentato al meglio - prosegue ancora Cordano mentre la voce diventa debole per la commozione - il nostro mestiere, che non è mai soltanto una professione, un lavoro». Quando purtroppo le operazione dei soccoritori si conclusero e Alfredino fu tirato fuori morto dal pozzo «Nando era un uomo distrutto, aveva gli occhi spezzati dal dolore».
Un anno più tardi la tragedia di Vermicino, il vigile Sabelli fu trasferito a Palestrina dove poi concluse la sua carriera anche Nando Broglio. «Abbiamo lavorato insieme - conclude Cordano - per tanti altri anni e in tante altre occasioni non ho potuto far altro se non rendermi conto della sua forza, della sua tenecia, della sua onestà umana e intellettuale; era per noi un padre di famiglia, riusciva a collegare il bene e il male, a far andare tutti d'accordo a tenerci uniti come una vera squadra».

 

   

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