Chi si è presentata in procura da sola. Chi accompagnata dalla mamma o dal fidanzato. Tutte in lacrime e legate dallo stesso terrore, una di loro sa già di essere sieropositiva, le altre aspettano il risultato del test o sono venute solo per capire meglio e decidere se farlo. Quattro giovani donne ieri, alla spicciolata, si sono recate a piazzale Clodio, a Roma, per raccontare le intimità vissute con Valentino T., il trentenne sieropositivo che prometteva amore o giochi erotici, senza rivelare la sua sieropositivà, tanto da finire in carcere con l'accusa di lesioni gravissime. Un Valentino, che in barba al suo nome, ha seminato il virus dell'Hiv infettando le sue partner. Sei di loro, citate nell’ordinanza che l’ha portato in carcere la scorsa settimana, stanno facendo i conti con lo spettro dell'infezione.
I VERBALI
In realtà Valentino aveva una relazione stabile con una ragazza che gli è rimasta accanto in tutti questi anni, con la quale aveva rapporti protetti (e infatti è negativa al test). L’unica che lo difende e non crede alle accuse messe nero su bianco dal nucleo di Pg della Polizia di stato a piazzale Clodio. Le altre tre invece si sottoporranno al test nei prossimi giorni. Anche loro hanno spiegato le modalità dei rapporti con il giovane impiegato. «Era giovane e curato. Nessun vizio», ha raccontato un'altra giovane, «Tranne quello di una sessualità molto passionale che non pensavo potesse nascondere l'incubo dell'Hiv». «A me lo aveva escluso», ha specificato su domanda una delle giovani, «Ci eravamo conosciuti in chat e quindi non sapevo nulla di lui».
LE ACCUSE
Roma, altre 4 ragazze denunciano il 30enne malato di Aids
di Sara Menafra e Adelaide Pierucci
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Venerdì 4 Dicembre 2015, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 18:07
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