Scandalo affitti, «cento case comunali rivendute ogni anno in nero dagli inquilini»

Scandalo affitti, «cento case comunali rivendute ogni anno in nero dagli inquilini»
di Alessia Marani
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Lunedì 8 Febbraio 2016, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 08:17


La buonuscita è d'obbligo. Il giro d'affari delle vendite sottobanco enorme. Anche perché ora non si può essere troppo sfacciati, i controlli sono aumentati, la legge Lupi vieta di mettere residenza in una casa occupata e il rischio più alto. Così chi vuole lasciare l'appartamento dell'ente e guadagnarsi un bel gruzzolo deve fare le cose “per bene”. Meglio se con l'aiuto di intermediari che procaccino il cliente. Più che agenzie immobiliari, criminali. A Roma gli ispettori comunali e dell'Ater calcolano che, in una media al ribasso, ogni anno si consumano un centinaio di vendite “mascherate”. Un business da cinque milioni di euro e che mette “su piazza” soldi in nero come se piovesse, anche i proventi di spaccio, rapine e prostituzione. Senza contare gli “spiccioli” dai 500 ai 2000 euro che passano di mano in mano ogni volta che un inquilino irregolare cede il posto a uno nuovo o che un altro subentri in un'occupazione organizzata.



ANNUNCI E SCAMBI
Chi vive nelle case Erp, di edilizia pubblica residenziale sa come funziona. Ci si mette d'accordo su tutto. Gli escamotage sono tantissimi. A volte nemmeno servono. Come nel caso degli annunci immobiliari scovati online dai vigili urbani: «Vendesi appartamento di 57 mq, finemente ristrutturato, Garbatella, 130mila euro solo contanti»; «Appartamento ente, Don Bosco, 55mila euro, no perditempo». Pizzicati, denunciati e con l'appartamento tolto tramite sequestro preventivo. È dietro lo scambio casa che, spesso, s'annida il sotterfugio. È un'opportunità regolata in base al consenso delle parti, per cui gli inquilini possono scambiarsi gli alloggi. Non esiste un portale ad hoc, la ricerca avviene soprattutto grazie alle inserzioni su “Porta portese”, nella voce “affitti senza prezzo”. Telefoniamo a un inquilino che vorrebbe scambiare la sua casa sulla Casilina con una a Ostia: «Ma vuole una buonuscita?», chiediamo sul finale. E lui: «Beh, la mia casa sta molto bene, se la sua è peggio... Ma incontriamoci». Sul gruppo Facebook degli inquilini delle case popolari, qualcuno azzarda «Vorrei sapere se qualche persona vuole una buonuscita per una casa popolare grazie». E Angelo risponde: «Il modo più adatto pe' fasse carcera'». Chissà quanti hanno risposto in privato.
 

PIED-A-TERRE
A Marica, di Acilia, che per anni aveva vissuto a Ladispoli lontana dai suoi, un'inquilina di via della Martinica (a Ostia) ha proposto l'affare. «Desideravo tanto riavvicinarmi ai miei, e la sua casa era bellissima: un salone, due camere grandi, cucina, due bagni e un box auto. Mi disse: tu “vendi” la tua, a me dai 60mila euro e torni qui a Ostia. Non me la sono sentita». Al 20 di piazza Testaccio, quartiere che ha cambiato volto, gli inquilini Spqr più anziani giurano: «C'è un monolocale al piano terra che è stato ceduto per 20mila euro a un mobiliere. L'intestatario se n'è andato e il commerciante, che vive a 30 km, ne dispone quando vuole. Vuoi mettere pagare l'affitto? Con un paio d'anni ci è rientrato, eccome». Non basta. A Cerveteri, un paio d'appartamenti - salone, angolo cottura, camera, bagno e box - sono stati “venduti” per 30mila euro. In un caso, l'intestatario straniero, prima di andarsene (mantenendo la residenza) avrebbe fatto risultare la giovane acquirente, anche lei straniera, come sua convivente. Il gioco è fatto.
 

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