Ad aggiudicarsi l'opera, un consorzio di imprese costituito dalla Cimolai spa di Porcia (Pordenone), la Gozzo Impianti spa con sede a Pianezza (Torino), la Consta spa di Padova, la Rpa srl di Perugia e la spagnola Tecnica y Proyectos. Costituito da due strutture, le aree di imbarco E ed F, con complessivi 22 nuovi gate e 14 nuove piazzole di sosta per gli aerei, il Molo C deve essere ultimato, da previsioni, a fine dicembre, 10 anni dopo l'appalto bandito nel 2006. Per ritardi accumulati nella fase del progetto esecutivo, i lavori iniziarono materialmente nel marzo 2008 e dovevano terminare nel 2011. Secondo quanto l'Ansa è in grado di ricostruire, la base d'asta era di poco inferiore ai 170 milioni di euro e l'appalto fu aggiudicato a poco più di 140 milioni. Ma successivamente i costi sarebbero via via saliti fino a sfiorare i 300 milioni di euro.
È proprio sull'entità di tempi e cifre che l'Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone vuole indagare, per verificare se ci sia stata una dilatazione impropria che non si giustifica sulla base del progetto iniziale.
I controlli, a quanto si apprende, sarebbero partiti a seguito di una segnalazione, un 'espostò, presentato da una ditta. Il passo successivo è stata l'ispezione effettuata dai finanzieri del Nucleo anticorruzione coordinati dal Generale Gaetano Scazzeri per visionare e raccogliere materiale che l'Anac dovrà ora esaminare. Non è la prima volta che Anac si occupa di Aeroporti Roma. Nei mesi scorsi, infatti, l'Autorità aveva "bacchettato" la società che gestisce lo scalo romano chiedendo di mettere a gara l'affido delle subconcessioni per i servizi commerciali e di ristorazione e Adr rispose difendendo il proprio operato e la legittimità delle procedure seguite.
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