Roma, Elisa muore ma realizza il suo sogno: una biblioteca per ragazzi di tutto il mondo

La biblioteca di Elisa
di Raffaele Nappi
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Giovedì 15 Dicembre 2016, 17:28 - Ultimo aggiornamento: 20:45

«Un libro ti apre la mente. Un libro non ti spaventa. Un libro ti fa volare in un milione di posti». Un libro, anzi sedicimila, oggi, ricordano Elisa Scala, studentessa dell’istituto di Rocca Cencia, morta il 5 ottobre 2015 a causa di un’emorragia cerebrale. Compagni di classe, studenti, lettori da tutta Italia e da tutto il mondo, a un anno dalla sua morte sono riusciti a realizzare il sogno di Elisa: una biblioteca aperta, gratuita, a disposizione degli studenti. Fatta di libri per bambini.

LA BATTAGLIA DEI GENITORI - Elisa nella sua scuola di via Motta Camastra frequentava la prima media e aveva cominciato ad accumulare libri sui banchi e sulle mensole con l’obiettivo di contagiare i compagni di classe con il vizio di leggere. La sua biblioteca ideale era un luogo «dove non sentirsi più sola nel leggere, dove si potesse leggere in più lingue e dove un ragazzo che abbia sete di conoscere possa entrare e rifugiarsi». Perché la lettura, diceva Elisa, «è libertà, ed il luogo dove si pratica deve essere libero».Ed è grazie alla battaglia dei genitori, Maria e Giorgio Scala, che oggi la biblioteca è viva, vivissima. «L’unica cosa che chiediamo – raccontano i genitori – è continuare il lavoro di nostra figlia, quello di cercare libri per la sua biblioteca». L’iniziativa, partita a fine 2015, si chiama Dona un libro per Elisa: «Non stiamo raccogliendo soldi, ma solo libri nuovi ed usati di narrativa, per i ragazzi delle medie, in lingua italiana inglese e spagnola, come era desiderio di Elisa».

LA NASCITA DELLA BIBLIOTECA - Il messaggio inizialmente era stato inviato agli amici del paese natale dei genitori, ma si è diffuso viralmente sui social, arrivando anche all’estero. Non è stato affatto semplice costruire la biblioteca. «I primi ad aderire all’iniziativa erano stati gli svuotacantine!», raccontano i genitori. «Eravamo demoralizzati». C’erano libri di teologia cristiana, bibbie, vangeli, addirittura le “Memorie di un garibaldino” del 1866. Il messaggio, eppure, era chiaro: donare un libro che poteva far aprire e crescere la mente di un ragazzo. Poi, il miracolo. «Iniziarono ad arrivare persone in biblioteca, consegnando libri di narrativa per ragazzi, classici tipo Verne e Salgari, Alcott», racconta Giorgio. Arrivò addirittura qualcuno con libri nuovi, incartati e portati come fossero regali. «Restammo senza parole», ricordano i genitori. Il 26 ottobre 2015 sono stati sistemati i primi libri sugli scaffali della biblioteca. Da allora è un successo continuo. Il 30 novembre i libri erano già duemila. Dopo Natale avevano superato i 3.500, con gli studenti stessi (compagni di classe Elisa) ad occuparsi del prestito.



TESTI DA TUTTO IL MONDO - Donazioni di libri sono arrivate anche dal Quirinale (80 donati da Napolitano, 200 da Mattarella), dal MIBACT, dalle altre biblioteche comunali di Roma. I computer, invece, sono stati donati dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, che hanno deciso di portare qui pc e stampanti dismessi «per contribuire alla realizzazione del sogno di Elisa». Alcuni testi arrivano addirittura dall'estero: Spagna, Argentina, Canada, Inghilterra, Grecia, ma anche Romania, Scozia e Stati Uniti hanno contribuito al progetto. Dalla SIAE, che nel frattempo ha donato scaffalature a norma, è arrivata poi la proposta di poter aprire con il nome “Biblioteca di Elisa” altre biblioteche simili, nel reparto leucemie dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma e del Mayer di Firenze, per poi aprirle anche nelle carceri minorili.
 
«UN MIRACOLO» - Ad oggi la biblioteca è entrata a far parte della rete del Comune di Roma, conta oltre 16mila libri, con solo 360 doppioni. L’area è diventata un punto di riferimento per gli studenti, ma anche per il territorio: si contano appuntamenti culturali, premiazioni, concorsi, esperienze di alternanza scuola lavoro. Un risultato straordinario, in appena un anno. «Questo progetto è il nostro psicologo, da quando ci stiamo dedicando alla biblioteca – spiega Giorgio – io e mia moglie non frequentiamo più medici. Abbiamo rialzato la testa». Maria è in biblioteca ogni martedì e giovedì; Giorgio ogni venerdì. La scuola in via Motta Camastra è l’ultima di Roma Capitale, zona Est. È nuovissima, ha solo 15 mesi di attività, e Giorgio ne è fiero: «Ecco cosa siamo riusciti a fare, su un territorio dimenticato dalle istituzioni. Da una disgrazia siamo riusciti a creare qualcosa di magnifico. La Biblioteca di Elisa ha una forza irrefrenabile, e spesso nemmeno noi riusciamo a starci dietro».

Qualche intoppo, però, c’è: «Ho invitato la sindaca Raggi – conclude – ma non ha mai risposto ai miei messaggi». 

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