A Ostia torna l'incubo dei cassonetti bruciati: «Sono già un centinaio»

A Ostia torna l'incubo dei cassonetti bruciati: «Sono già un centinaio»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 11 Febbraio 2018, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 12:39

Giuliana Di Pillo, presidente del X Municipio, è preoccupata: «È successo ancora. Hanno bruciato altri cassonetti. Ormai sono più di cento quelli andati a fuoco. Noi ci sforziamo per garantire il decoro, la legalità. Poi però arrivano queste azioni che hanno un doppio effetto: sono nocive, perché il fumo che si produce dai cassonetti e dai rifiuti in fiamme è tossico; si crea degrado fino a quando non vengono sostituiti i cassonetti distrutti».

 

BILANCIO
Negli ultimi mesi sono stati oltre un centinaio i cassonetti distrutti da incendi dolosi, quasi sempre appiccati nella notte. L'ultimo episodio è avvenuto tra venerdì e sabato: sei i contenitori bruciati in via delle Gondole, a meno di un chilometro dalla stazione Roma-Lido, in tre diversi punti della strada. La dinamica di quanto avvenuto, che ha reso necessario l'intervento dei vigili del fuoco per domare le fiamme, non lascia molto dubbi: è stata l'azione deliberata di uno o più piromani. Stanno indagando i carabinieri del nucleo radiomobile. Se fosse il primo caso, si potrebbe archiviare tutto nel file «azione di alcuni balordi» e non dare troppo importanza a quanto successo. Il problema è che ormai questi attacchi con il fuoco ai cassonetti si ripetono con una frequenza anomala: furono numerosi prima delle elezioni del X Municipio a novembre; molti anche tra dicembre e gennaio. Nel primo caso si era pensato che qualcuno volesse influenzare l'esito delle elezioni, nel secondo che si puntasse ad aggravare l'emergenza rifiuti che è stata affrontata a cavallo delle festività natalizie e di Capodanno. Ma a poco più di un mese dall'ultimo rogo, ecco tornare il fuoco nelle notti di Ostia e dunque la riflessione diviene più ampia. Qualcuno pensa anche ai recenti colpi della procura e delle forze dell'ordine contro la criminalità locale, gli arresti di numerosi componenti dei clan: magari anche bruciare i cassonetti può essere un modo per inviare un messaggio. Questa tesi però appare fragile, la criminalità di solito risponde con altri metodi. E dunque per ora ci si può limitare solo a calcolare il danno economico che i piromani hanno causato all'Ama, l'azienda municipalizzata dei rifiuti, negli ultimi sei mesi. Se è vero che gli impianti andati distrutti sono ormai oltre cento, si può affermare che la somma spesa per sostituirli è di circa 80mila euro.

ORDINE
Conclude la presidente Di Pillo: «Sono episodi su cui ragionare: nel nostro territorio c'è stata una reazione compatta sul fronte della sicurezza. Anche di recente c'è stata una riunione del consiglio municipale e abbiamo votato tutti insieme, anche con la minoranza, un documento». Ma avete capito che messaggio vogliono inviarvi? Davvero siamo di fronte a dei balordi o c'è dell'altro? «Sinceramente non è possibile dare un risposta; forse tra gli obiettivi c'è soprattutto quello di creare un clima di confusione, di incertezza.
Ma noi non ci fermiamo, andiamo avanti con l'opera di ricostruzione. Vogliamo riportare ordine e legalità». A parziale consolazione c'è un elemento: il X Municipio, insieme al VI, è stato scelto dall'Ama per l'avvio del nuovo sistema di raccolta porta a porta hi-tech che dovrebbe essere a regime entro l'autunno, quando di fatto i cassonetti, o comunque una parte consistente di essi, spariranno dalla strada.

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