«C’è un indizio inconfondibile che permette di identificare questa specie. Sapete qual è?» Non è l’inizio di una favola per bambini ma il post sul profilo del Centro di Recupero Fauna Selvatica della Lipu di Roma (CRFS), eppure quando si parla di animali rimaniamo affascianti sia grandi che piccini.
«Guardate bene le striature che ha sulla testa: sono quelle che ci permettono di identificare questo piccolo passeriforme, il pigliamosche - scrive la responsabile del Centro di Villa Borghese Francesca Manzia sotto le foto scattate da Irene Alison - Il suo nome richiama una particolare tecnica di caccia, che consiste nell’appostarsi su di un posatoio elevato, ad esempio la cima di un palo, per poi spiccare velocemente il volo per catturare gli insetti che svolazzano nelle vicinanze. Ovviamente, la sua dieta non prevede solo mosche, ma tutti gli insetti volanti. Il giovane che vedete in foto, rispetto all’adulto, presenta delle macchie più chiare che gli consentono di mimetizzarsi più facilmente».
L’uccello ricoverato con lievi ferite, presumibilmente è riuscito a sfuggire al suo predatore, ma la battaglia lo ha lasciato sul terreno senza forze. Fortunatamente, un ragazzo lo ha visto e lo ha portato al ricovero.«Servirà un po' di tempo sia per farlo ristabilire che crescere, le penne infatti devono ancora allungarsi per consentirgli il volo. Lo aiuteremo a rimettersi in sesto, per arrivare pronto all’appuntamento di settembre: la partenza per l’Africa subsahariana, dove passerà tutto l’inverno, per poi tornare a primavera nel nostro paese».
Il Pigliamosche, sverna nell’africa subsahariana. Vive nelle foreste soleggiate, ma anche in parchi, giardini e frutteti, preferendo le superfici aperte con una discreta quantità di alberi sparsi. Si nutre di insetti volanti che cattura partendo da un opportuno posatoio. Peculiare è la posizione di caccia, con ali e coda retratte, prima di spiccare il volo verso l’alto e intercettare gli insetti in volo. La specie si riproduce da metà maggio a metà luglio (ecco il perchè del piccolo in questo mese), costruendo un nido a forma di ciotola all’aperto, ma occupando volentieri anche nidi artificiali, purché aperti. Per nidificare evita aree completamente prive di alberi e cespugli, così come foreste troppo dense, aree montane eccessivamente esposte o aride. Può riprodursi anche in ambienti come viali alberati, parchi urbani, cimiteri, giardini, frutteti – con buona disponibilità di insetti. Ogni covata è composta in media da 4-6 uova.